Industriali di Napoli, Prezioso si dimette dall'Unione dopo le tensioni

Industriali di Napoli, Prezioso si dimette dall'Unione dopo le tensioni
Ambrogio Prezioso si è dimesso dall’Unione industriali. Ex presidente di Palazzo Partanna e anche dell’Acen, Prezioso dopo mesi di tensioni ha deciso di...

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Ambrogio Prezioso si è dimesso dall’Unione industriali. Ex presidente di Palazzo Partanna e anche dell’Acen, Prezioso dopo mesi di tensioni ha deciso di tagliare il cordone ombelicale con l’Unione che ha sempre fatto parte della sua vita. Tensioni che sono venute alla luce il 16 novembre del 2021, giorno in cui presentò Est (ra) Moenia la cui mission era questa: «L’Associazione - disse all’epoca Prezioso - è volta a realizzare una serie di progetti, tutti accomunati dallo stesso obiettivo: interconnettere l’area “fuori le mura” della città antica - quella parte compresa tra via Carbonara e piazza Garibaldi - con la zona orientale di Napoli». La stessa vicenda che ha portato poi alla decadenza da vicepresidente di Palazzo Partanna Francesco Tavassi oggetto di sanzioni da parte dei probiviri. 

Tavassi, per la cronaca, già questa settimana dovrebbe avere una risposta anche da Confindustria nazionale - riguardo all’azione dei probiviri - visto che si è rivolto a Roma per un altro parere agli organismi di vigilanza centrali. Non si può escludere che anche lo stesso Prezioso possa essere oggetto di un’azione dei probiviri. Così come altri imprenditori che hanno aderito a Est (ra) Moenia. La questione in mano agli organismi di vigilanza napoletani - e anche di quelli di Confindustria chiamati in causa da Tavassi - è spinosa. Il rilievo dei probiviri e che Est (ra) Moenia sia in realtà una “associazione ombra” della stessa Unione napoletana.

Una domanda a cui ora dovranno rispondere anche da viale dell’Astronomia a Roma. Vero? Falso? Su questo lavorano gli organismi di vigilanza interni le cui procedure sono avviate da tempo. La cosa certa è che Tavassi - come Prezioso - ha sempre decisamente respinto l’obiezione. In questo contesto, giovedì scorso, Prezioso si è dimesso. Interpellato al telefono da Il Mattino, l’imprenditore napoletano non ha confermato, ma non ha nemmeno smentito le sue dimissioni. Tuttavia, indiscrezioni sulla mossa di Prezioso già erano trapelate fin dalla metà della scorsa settimana. Esce di scena Prezioso - per quello che riguarda l’Unione industriali napoletana - ma prosegue il suo percorso con Est (ra) Moenia. Da Palazzo Partanna presunte dimissioni di altri imprenditori (ieri circolava con insistenza il nome di Gianni Lettieri) dall’Unione non trovano conferme.

Però riflessioni sul futuro prossimo e sull’adesione all’Unione non mancano, mentre si avvicina il mese di maggio quando si rinnoveranno gli organismi direttivi in quanto scadrà il mandato del presidente Maurizio Manfellotto. Marco Monsurrò, amministratore delegato della Coelmo - società produttrice di gruppi elettrogeni industriali e marini - inquadra così la vicenda, rispetto alle voci su presunte dimissioni della mamma Stefania Brancaccio che è vicepresidente della Coelmo: «Noi stiamo valutando se ha ancora senso restare in una Associazione come quella dell’Unione napoletana oppure stare in luoghi più settoriali. Vediamo se il nuovo presidente che sarà eletto a maggio riuscirà a convincerci. Chi si candiderà a essere presidente dell’Unione deve avere una visione larga di quello che serve agli industriali».



A oggi in campo c’è solo il vicepresidente attuale dell’Unione Costanzo Jannotti Pecci, 70 anni, che ha formalizzato la sua autocandidatura a successore di Manfellotto. La Commissione di designazione composta da Sergio Maione, Simona Capasso e Antimo Caputo ne ha legittimato la candidabilità e al tempo stesso ha fissato, nel rispetto dello Statuto, le consultazioni della “base” tra il 18 e il 28 febbraio. I “saggi” dovranno raccogliere le indicazioni delle imprese, comprese anche quelle di altri eventuali candidati, e relazionare al Consiglio generale dell’Unione che sarà convocato agli inizi di marzo. In quella sede verrà formulato il nome del presidente designato. 

 

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Il Mattino