Unione Industriali di Napoli, alta tensione: tolte le deleghe a Tavassi

Unione Industriali di Napoli, alta tensione: tolte le deleghe a Tavassi
«In una logica di piena trasparenza e correttezza, impegnarsi a comunicare preventivamente alle Associazioni altre diverse adesioni ad organizzazioni non concorrenti;...

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«In una logica di piena trasparenza e correttezza, impegnarsi a comunicare preventivamente alle Associazioni altre diverse adesioni ad organizzazioni non concorrenti; mantenere un comportamento ispirato a lealtà e responsabilità nei confronti del sistema, evitando di generare conflitti associativi».

Sono i punti principali - contenuti nel codice interno dell’Unione degli Industriali - a cui i probiviri dell’Unione industriali di Napoli fanno riferimento nelle lettere inviate ai componenti con cariche istituzionali di Palazzo Partanna che hanno aderito all’associazione Estramoenia creata da Ambrogio Prezioso. È alta la tensione tra gli industriali napoletani dopo che il presidente Maurizio Manfellotto ha richiesto ai propri associati - attraverso varie lettere inviate - chiarimenti sulle attività della neonata associazione per il rilancio di una vasta area ad Est della città. Dopo le prime lettere di delucidazioni, non di censura, spedite due settimane fa si è messa in moto la macchina dei probiviri, alzando il livello della tensione, per valutare se il comportamento tenuto da alcuni dei più importanti imprenditori campani sia in contrasto con lo spirito e le finalità dell’Unione degli Industriali partenopea. Intanto il presidente Manfellotto ha revocato le deleghe al suo vicepresidente Francesco Tavassi, che comunque resta in carica da numero due e ora attende l’esito del procedimento avviato. La motivazione addotta è che sia venuto meno «un rapporto di serenità». 

La disputa nasce lo scorso 16 novembre quando Prezioso presenta nelle sale della Fondazione Salvatore un progetto incentrato sulla riqualificazione e la riurbanizzazione di Napoli Est (di qui il nome dell’associazione Est-ra Moenia) e dell’area adiacente piazza Garibaldi alla presenza del governatore Vincenzo De Luca e con un intervento in video del sindaco Gaetano Manfredi. Sono annunciati per l’occasione investimenti per centinaia di milioni di euro per la rigenerazione urbana, Terzo settore e iniziative per il rilancio culturale nella zona est della città.

L’idea riscuote molta attenzione, ma a Palazzo Partanna i componenti dell’Unione Industriali si chiedono se non sia, come riportato su alcuni organi di stampa, nata una sorta di associazione ombra in conflitto con l’associazione degli industriali. Di qui partono le lettere inviate da Manfellotto, inizialmente inviate per conoscere le reali intenzioni degli associati di Estramoenia. Tra i destinatari delle prime lettere - come anticipato da Repubblica - inviate dal presidente dell’Unione degli Industriali c'è anche il suo vice Francesco Tavassi, tra i soci sostenitori - con la Temi spa - dell’associazione messa in piedi da Prezioso. «Leggo con forte stupore - scrive Manfellotto all’indomani dell’iniziativa alla Fondazione Salvatore - la cronaca di alcuni giornali che riportano la presentazione dell’associazione “Estramoenia” tra imprenditori, alcuni dei quali, come nel Tuo caso, anche con ruoli formali e apicali del nostro sistema confederale. Qualora la definizione “Confindustria ombra”, ovvero “Associazione industriali parallela” con la relativa mission riportata dalla stampa, risultasse solo una sbagliata ricostruzione giornalistica, Ti invito a darne con immediatezza formale e pubblica smentita con la dovuta evidenza e determinazione». E lettere simili sono state recapitate al leader del gruppo Adler Paolo Scudieri, al presidente della Magnaghi Paolo Graziano, e ad Ambrogio Prezioso che hanno guidato l’associazione di Palazzo Partanna ma pure al vicepresidente di Confindustria nazionale Vito Grassi, tra i soci sostenitori di Estramoenia con la Graded spa. 

Non devono essere risultate soddisfacenti le risposte ricevute da Manfellotto. Tutti gli interessati hanno infatti spiegato che l’associazione sorta per il rilancio di Napoli Est non aveva alcuna velleità di essere una sorta di “Confindustria ombra” come descritto dalla stampa. Ecco perché, alle lettere inviate da Manfellotto, sono seguite quelle spedite dai probiviri dell’Unione Industriali agli associati di Estramoenia. Nel collegio che dovrà giudicare ci sono Silvio de Simone, Guido Giardino, Diego Guida, Anna Longobardo e Pierluigi Vasquez. I probiviri hanno richiesto agli industriali che hanno aderito all’associazione di Prezioso delle controdeduzioni, annunciando comunque che il procedimento sarà concluso entro il prossimo 23 dicembre. Tra i motivi di frizione - viene fatto notare - che l’invito alla presentazione della neonata associazione di Prezioso non era neppure stato fatto agli associati di Confindustria. 

Tra gli industriali messi in una sorta di stato di accusa si preferisce per ora non commentare l’azione avviata da Manfellotto e dai probiviri. Ieri, proprio nel corso di un evento culturale organizzato dalla stessa associazione Estramoenia, con la premiazione di un concorso fotografico di “Made in Cloister” curato da Federica Cerami, chi era presente - tra questi Prezioso e Tavassi - ha scelto di non replicare nel tentativo di abbassare la tensione. Gli associati a Estramoenia stanno preparando le proprie controdeduzioni per il collegio dei probiviri, certi di poter chiarire la propria posizione. 



È chiaro che uno scontro aperto come quello in corso agiterà ancor di più le acque in vista del rinnovo dei vertici dell’Unione Industriali napoletana, previsto per il prossimo maggio. Mesi che saranno probabilmente ricchi di tensione, con una lotta intestina che, tra l’altro, giunge anche in concomitanza con i progetti da mettere in cantiere e realizzare a Napoli e in Campania nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Miliardi di finanziamenti in arrivo al Sud e, nel bel mezzo, questa tensione tra gli industriali napoletani. Entro la fine dell’anno i procedimenti del collegio dei probiviri dovrebbero comunque concludersi, c’è ancora del tempo per appianare lo scontro oppure, fatalmente, rendere lo strappo definitivo.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino