Inquinamento ed ecomafie, tutti i vescovi campani riuniti ad Acerra

Inquinamento ed ecomafie, tutti i vescovi campani riuniti ad Acerra
ACERRA. "Chiamati a custodire il creato". All'appello saranno presenti tutti i vescovi della Campania che si riuniranno il prossimo 26 settembre ad Acerra per individuare le...

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ACERRA. "Chiamati a custodire il creato". All'appello saranno presenti tutti i vescovi della Campania che si riuniranno il prossimo 26 settembre ad Acerra per individuare le strategie su come difendersi dall'inquinamento provocato delle ecomafie. Ad annunciarlo ieri sera è stato il vescovo di Acerra Antonio Di Donna nel corso di un'affollatissima assemblea diocesana che si è tenuta nella cattedrale. "Ricostruire la città" è il tema conclusivo di una via crucis tra le città martorizzate dal degrado ambientale e falcidiate dalla mortalità per cancro che la conferenza episcopale campana ha percorso da settembre dell'anno scorso. "Aversa, Agropoli, Sessa Aurunca, Pozzuoli ed infine Acerra per non dimenticare né lasciarci rubare la speranza", spiega monsignor Antonio Di Donna. Alle sue spalle scorrono su di uno schermo immagini choc con su scritti i nomi di coloro che sono morti per cancro e che avevano meno di 40 anni dall'aprile dell'anno scorso tra Acerra, Casalnuovo e San Felice a Cancello. Nella cattedrale sono presenti sindaci e fedeli chiamati a raccolta dal vescovo di Acerra "per mantenere alta l'attenzione sul dramma umanitario"della Terra dei fuochi".




"Provo profondo disagio a presenziare gli annunci di cose che poi non si fanno". Il vescovo di Acerra Antonio Di Donna ci va duro sugli screening sanitari sulla popolazione pomposamente annunciati da Regione ed autorità sanitarie, ma andati deserti perché nessuno si è preso l'impegno di informare la popolazione. Ma i suoi strali si indirizzano a 360 gradi verso tutti quelle politiche di salvaguardia dell'ambiente e di controllo sulle emissioni dell'inceneritore "dal sapore elettoralistico". Sullo sfondo ci sono gli oltre 47 sforamenti registrati dalle centraline antismog sui 35 consentiti in un anno e di cui ancora non si conoscono le cause.



"Gli 8 inceneritori dell'Emilia Romagna bruciano tutti insieme, poco meno di quanto brucia l’impianto di Acerra, per questo è da folli voler aumentare la quantità di rifiuti da distruggere. Ci vogliono maggiori controlli sull'impianto ma enti terzi rispetto a quelli regionali", dice senza mezzi termini monsignor Di Donna.
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Il Mattino