«Ogni mattina passo davanti alla chiesa di Santa Maria della Pazienza e faccio una preghiera....», scherza Gabriel Zuchtriegel, archeologo tedesco classe 1981 nominato...
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La dura vita del pendolare.
«Prenda ieri (l'altro ieri, ndr): se non fosse stato per una collega che mi ha dato un passaggio in auto sarebbe stato terribile».
Perché?
«Starei ancora al binario della linea 2 perché ha accumulato ritardi pazzeschi per un treno bloccato ma al ritorno, addirittura, il mio convoglio aveva ben due ore di attesa. Ho due figli da prendere a scuola, mi avrebbe creato problemi enormi. Ma il punto è un altro....».
Prego.
«Mi colpisce vedere turisti che vengono da tutto il mondo e non trovano servizi adeguati all'enorme e bellissimo patrimonio culturale che abbiamo qui in Campania. Io non sono tanto preoccupato per me ma per l'immagine che diamo nel mondo».
Lei viaggia tutti i giorni in treno: accadono spesso problemi?
«Ecco, questo è il punto perché continuo a chiedermi: possibile che questo è il livello dei servizi che offriamo ogni giorno? Il lunedì, ad esempio, il treno è perennemente in ritardo. Mi hanno detto perché occorre preparare i treni. Ma cosa significa? Ma non si possono programmare prima? Ma così ci tagliamo noi le gambe: perché possiamo avere tutto il bello di Dio in questa regione, e ce l'abbiamo, ma senza servizi adeguati è davvero un bel problema. Ed è inutile proporre tutta l'offerta culturale che abbiamo se poi i treni sono uno sfascio. E poi...».
Poi?
«Se apre una mappa dell'alta velocità lei vede chiaramente un Paese diviso in due. Io lo trovo uno scandalo perché sembrano esserci due Italie. Lì i treni veloci, qui quelli in ritardo».
Pentito della linea ferrata? Passerà all'auto?
«No no, mai. Il treno rimane la mia salvezza perché la maggior parte dei miei contributi e articoli scientifici li ho scritti su un convoglio che è ormai il mio ufficio mobile. E sono convinto che il treno sia il futuro, anche per motivi di sostenibilità, ma dovrebbe funzionare bene. Tra ritardi, scarsa qualità dei servizi e vetture vecchie trovo difficile che il treno possa vincere la battaglia contro l'auto. E io parteggerò sempre contro le auto. Anche se qui la vedo un po' troppo male e le mie tesi sono difficili da sostenere. Non so altrove come funziona la metro. A Milano, per esempio».
Stia tranquillo: le corse lì passano con la precisione di un orologio svizzero.
«Ah meno male. Qui invece la puntualità è un miraggio. Va bene pochi minuti, non è un problema, ma a volte è troppo».
Vabbè direttore, lei è tedesco: è abituato a ritmi teutonici, con i treni che rispettano l'orario al secondo.
«No guardi anche lì qualche inconveniente può capitare a volte, ma qui succede una cosa assurda che spiazza anche un tedesco come me».
A cosa si riferisce?
«Che il treno non sia puntuale lo posso anche capire ma spesso accade il contrario: è capitato che parte in anticipo. Assurdo. E mi sono dovuto organizzare».
Come?
«Arrivo in anticipo al binario. Così non rischio di perdere la corsa. Ma se poi è in ritardo allora la mia attesa è ancora più lunga....».
Quali sono gli altri problemi oltre ai ritardi?
«Mi colpisce il fatto che la gente ha ripreso a fumare nelle stazioni. Ed anche questo, mi creda, contribuisce ad avere una sensazione di degrado e declino. Non colpisce particolarmente me ma credo accada il contrario per i turisti che arrivano in Campania e vedono scene come queste».
Però rimane un fedelissimo del treno.
«Io non sono molto infastidito, tutto sommato vivo bene ma mi preoccupa come questi disservizi e questa sensazione di declino si ribalti sulle persone e, quindi, sui Beni culturali».
Non è un'immagine positiva.
«No, affatto. Il turista non si porterà mai dietro un'immagine positiva di questi luoghi, come noi vorremmo e come cerchiamo di fare con mille sforzi, ma il suo esatto contrario. Forse non tornerà di nuovo o sicuramente non lo racconterà in termini entusiastici ad un amico. O magari dirà: Tutto molto bello ma fai attenzione ai treni...».
È un problema del Sud, a suo avviso?
«Non è solo una questione di mentalità meridionale. A furia di viaggiare ogni giorno sui treni conosco decine e decine di ferrovieri che mi raccontano: E la vettura è rotta e il cambio non funziona..... No, non c'entrano i napoletani o il Sud ma la mancanza di investimenti. Sulle tratte o sulle carrozze spesso troppo vecchie. Dovrebbero capirlo i politici o chi decide queste cose». (si sente un fischio di stazione).
Direttore, sta partendo da Paestum?
«Da Pompei. Ma non ci dovrebbero essere ritardi, è puntuale. Speriamo....». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino