L’area parco giochi di Piazzolla di Nola, una delle due popolose frazioni della città di Giordano Bruno, è da oggi intitolata alla memoria del Maresciallo...
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Dopo lo scoprimento della lapide, la denedizione del Vescovo di Nola Francesco Marino. Coordinata da Antonio Grilletto, alla cerimonia hanno partecipato autorità civili, militari e religiose oltre agli alunni degli istituti comprensivi “Bruno-Fiore” e “G. Mameli” che hanno eseguito l’inno nazionale, canti e poesie. Nato a Nola (NA) l’8 aprile 1898, Luigi Cortile si arruolò nella Regia Guardia di Finanza il 21 febbraio 1917 ed il 1° ottobre dello stesso anno, in piena guerra mondiale, fu mobilitato con l’XI battaglione operante nei balcani, presidiando un tratto di frontiera. Al termine del conflitto, conseguito il grado di Sottobrigadiere, fu assegnato presso la Legione di Genova, impiegato in servizi di volante. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu trasferito presso la Brigata di Clivio (VA) impegnata sia per assicurare controlli di polizia militare, sia per debellare il “contrabbando di guerra” al confine con la Svizzera. In seguito all’occupazione tedesca, il Maresciallo Cortile entrò a far parte dell’organizzazione umanitaria, riconducibile a Don Gilberto Pozzi, parroco di Clivio (VA), particolarmente attiva in favore dei profughi ebrei e dei perseguitati. In merito, Luigi Cortile fu tratto in arresto dai tedeschi, nella stessa Clivio, l’11 agosto 1944, per aver agevolato il passaggio “dall’Italia alla Svizzera e viceversa della corrispondenza diretta ad internati e da questi alle loro famiglie”. Inizialmente tradotto presso il carcere di Varese, morì nel campo di sterminio di Mathausen il 9 gennaio 1945. Alla memoria dell’eroico Maresciallo è stata concessa, con decreto del Presidente della Repubblica del 16 giugno 2006, la medaglia d’oro al merito civile, e tre anni dopo la materiale consegna dell’onorificenza, la Guardia di Finanza ha deciso di intitolare alla memoria dell’eroe nolano anche un’unità del proprio servizio navale, esattamente il Guardacoste “G207” della c.d. “classe Buratti”.
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Il Mattino