Invalidità, per le pratiche liste d’attesa di un anno nel Napoletano

Nei cassetti ben 54mila domande: «Mancano medici per le commissioni»

Un disabile
Cittadini ostaggio delle liste d’attesa. È quello che sta accadendo a migliaia di anziani, disabili e invalidi residenti nei comuni che afferiscono all’Asl...

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Cittadini ostaggio delle liste d’attesa. È quello che sta accadendo a migliaia di anziani, disabili e invalidi residenti nei comuni che afferiscono all’Asl Napoli 3 Sud, la più grande in provincia di Napoli, costretti ad aspettare più di un anno per vedersi accertata la propria condizione di fragilità. Nei 56 comuni in questione la giacenza delle domande prodotte per il riconoscimento dell’invalidità civile ha raggiunto numeri da capogiro, al punto che per chi richiede questo tipo di accertamento il tempo medio di attesa arriva a un anno e mezzo dalla data di protocollo della domanda. Il problema riguarda tutti i 13 distretti sanitari dell’Asl Napoli 3 Sud per un totale di 56.764 domande rimaste nei cassetti degli uffici invece di essere esaminate dalle commissioni mediche. In alcuni distretti la situazione è particolarmente critica, con picchi di giacenze che sfiorano le 7000 domane, come a Nola e Torre Annunziata.



Il tempo di attesa per la convocazione di una commissione al fine di accertare una domanda di invalidità non dovrebbe mai superare i sei mesi: prolungare questa media significa negare l’assistenza a chi, suo malgrado, è più bisognoso di altri per la propria condizione di fragilità. Il ralenty delle domande riguarda quasi 54.000 richieste di invalidità ma c’è, tra queste, una platea di persone particolarmente svantaggiata, fragili per i quali è ancora più difficile fronteggiare le difficoltà quotidiane senza l’assistenza a cui avrebbero diritto. Si tratta di chi è “imprigionato” tra le mura di casa e non ha la possibilità di spostarsi autonomamente, per cui chiede gli accertamenti a domicilio: le domande di questo tipo al momento inevase sono 6.736. Poi c’è un’altra utenza particolarmente danneggiata: quella composta dalle persone anziane, malate e appunto invalide che hanno bisogno di un caregiver e chiedono perciò il riconoscimento dei diritti garantiti dalla legge 104: nei cassetti ci sono ben 24mila domande. Numeri elevatissimi, dietro i quali ci sono volti e nomi di persone la cui difficile vita reclamerebbe ben altra considerazione e rispetto.

Il record di giacenze spetta ai comuni di Nola con 6961 domande, Torre Annunziata con 6654 domande, Marigliano e San Giorgio a Cremano, rispettivamente con 4423 e 4069 domande. A seguire, picchi di attesa riguardano anche Castellamare e Volla con 3991 e 3968 domande ma ci sono anche comuni come Sant’Agnello che registra 898 giacenze o ancora Torre del Greco e Somma Vesuviana che viaggiano tra le 1694 e le 2000 giacenze. Se da un lato c’è da considerare la proporzione tra questi dati e il numero degli abitanti dei vari comuni, è anche vero che ci sono state differenze tra i distretti che sono riusciti ad assicurare un certa quantità di sedute ed altri che sono rimasti quasi fermi. Questi ritardi, ovviamente, hanno scatenato il malcontento dei cittadini e attirato l’attenzione dei sindacati che hanno richiesto spiegazioni ai vertici dell’azienda sanitaria. «Abbiamo saputo che i ritardi sono causati dalla carenza del personale, sia medici che assistenti sociali, con la conseguente difficoltà a formare le commissioni», chiarisce Franco Napoli, segretario aziendale Cisl dell’Asl Napoli 3 Sud che riferisce di «nuove assunzioni in seno all’azienda per smaltire le giacenze». 

Assicura grande attenzione al problema Giuseppe Russo, manager dell’Asl 3 da poco più di 5 mesi dopo aver guidato la direzione sanitaria dell’ospedale Cardarelli di Napoli: «È partita una prima fase di monitoraggio delle giacenze e, a partire da questi giorni, ci sarà un’implementazione delle sedute con la maggiore frequenza possibile, aumentando il numero dei giorni e delle sedute quotidiane» afferma Russo che ha disposto all’Unità di Medicina Legale Valutativa di «porre in essere ogni dovuta iniziativa finalizzata al celere smaltimento delle procedure sospese».

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Il Mattino