«Io, salvo grazie agli eroi-poliziotti così mi hanno soccorso in mare»

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«Devo a voi la mia vita: grazie di tutto eroi». 25 ore in mare aperto, aggrappato solo ad un pezzo di plastica. Fino all'arrivo di quel elicottero del sesto...

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«Devo a voi la mia vita: grazie di tutto eroi». 25 ore in mare aperto, aggrappato solo ad un pezzo di plastica. Fino all'arrivo di quel elicottero del sesto reparto volo della Polizia di Stato di Capodichino al secondo sorvolo sul quadrante di mare assegnato per la perlustrazione. Ormai senza più speranze. All'ultimo respiro, qualche minuto ancora e sarebbe stata la fine. Danilo Piscopo, uno dei tre pescatori usciti in barca giovedì sera per una battuta di pesca insieme a Vincenzo Solano e Silvio Iodice e naufragata a oltre 20 miglia a sud di Capri,affida ad un post pubblico su Facebook i ringraziamenti per quanti hanno contribuito al suo salvataggio avvenuto venerdì pomeriggio. «Tutte quelle ore passate a mare sono state un inferno ad occhi aperti - dice Danilo Piscopo, rispondendo ad uno degli operatori del sesto reparto - anche perché non potevamo permetterci di chiuderli».

 

Il primo sorvolo in source and rescue all'una di notte senza esito, la mattina dopo prima la Guardia Costiera e poi i Vigili del fuoco a sorvolare purtroppo senza successo. E nemmeno qualche mercantile che pure transitava in zona si accorge di quei due puntini bianchi in mezzo al mare. Fino al secondo sorvolo alle due del pomeriggio.

Equipaggio esperto che comincia a leggere sul posto le correnti e decide di spingersi oltre le 20 miglia. Fuori dal quadrante di perlustrazione, senza esitazione. Due,tre,cinque miglia ancora a sud. Poi l'avvistamento. «Eccoli, si muovono», le urla a bordo del mezzo aereo. Ciclico avanti e muso giù, una discesa repentina per il lancio della ciambella prima e la zattera dopo. Danilo alza il pollice verso. Ok. La zattera si apre. Sfiniti. Ma finalmente salvi. E mandano baci. «Leggere ora che qualcuno sulle nostre teste ha fatto l'impossibile per riportarci a casa, senza mollare, è davvero eroico», dice Danilo giovane attore con una laurea in lettere moderne in tasca. 

Hai pensato per un momento di non farcela?
«In una situazione del genere non c'è spazio al pensiero di non farcela».
Cos'è successo alla barca?
«Quello che è successo alla barca resta un mistero. Quello che ti so dire è che ha imbarcato molta acqua in pochissimo tempo».
Resta il rammarico per il terzo compagno di avventura Silvio Iodice ancora non individuato.

«Hanno salvato la vita mia e quella del mio compano di disavventura, non ci saranno mai abbastanza parole o gesti che potranno esprimere in pieno la mia gratitudine per questi poliziotti», conclude Danilo che stringerà tutti in un grande abbraccio appena si riprenderà completamente. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino