Ischia, morta Regina Di Meglio: addio alla «fruttaiola» dei Maronti

Ischia, morta Regina Di Meglio: addio alla «fruttaiola» dei Maronti
Se ci pensi, quella sua voce, oggi spenta, aveva saputo negli anni variare brillantemente, se non i toni, almeno i contenuti. E già, lei, Regina Di Meglio, la spartana...

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Se ci pensi, quella sua voce, oggi spenta, aveva saputo negli anni variare brillantemente, se non i toni, almeno i contenuti. E già, lei, Regina Di Meglio, la spartana figura di fruttaiola della spiaggia dei Maronti, quella che oggi non c'è più, lei che dell'uva bianca e dei fichi freschi, quelli neri strepitosi, negli anni 80 aveva istruito una liturgia, lei un giorno - e sembra ieri - si era infatti saputa rassegnare anche ai kiwi. Cosa vuoi più d'altronde dalla vita, se sempre resti a faticare sulla spiaggia mistica dei Maronti, fra Giovanni Pesce e Mario, fra Nettuno e l'Olmitello, davanti allo Smeraldo', se la modernità ti impone per gusto di moda pure la frutta esotica? E viaaa.

C'era tutto, in quel cestino fresco, le foglie di fico a guarnire il tutto, una offerta prelibata e senza eguali, rutilante: le pesche le albicocche le pere. Ne ricordiamo la infatuazione sconfinata di un giornalista milanese amico del Giornale, che se lo svuotava ogni mattino, costi quel che costi, pari pari. Lontana dal commercio del cocco, quel gusto modesto lo concedeva curiosamente in una spartizione silenziosa del territorio a un paio di folcloristiche figure maschili che sbarcavano da Napoli, lei rappresentava invece la divinità latina dell'offerta bucolica, una cornucopia totalmente isolana. 

E la sua voce - fichi uva pesche, kiwi - forte, femminile ma virile come quella dell'antico Mario delle graffe, resta profonda lì. È una eco, e i Maronti una valle gentile, di troppe assenti presenze. È un graffito, un chicco di uva bianco. Noi, in più, la ricordiamo per come si preparava, in una curva destinata della discesa dei Maronti. La cesta in testa o al braccio, le gambe asciutte, il filo di un sorriso. Sembrava approntarsi, sotto l'ombra di Onda Verde, ad una sfilata. Da quarant'anni ed oltre, era di maggio la sua stagione, era il sorriso discreto dell'estate. Non solo la nostra. 

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Il Mattino