Ischia Ponte diventa «Teatro del Gusto»

L’anteprima della kermesse dedicata al vino e all’identità

Matteo Gallello alla Distillerie Aragonesi
Il borgo antico di Ischia Ponte comincia a trasformarsi gradualmente in luogo dove vivere e condividere esperienze sensoriali «guidate» da esperti e divulgatori, in un...

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Il borgo antico di Ischia Ponte comincia a trasformarsi gradualmente in luogo dove vivere e condividere esperienze sensoriali «guidate» da esperti e divulgatori, in un luogo suggestivo e monumentale, artistico e artigianale, tra atelier e botteghe storiche che fanno il paio con le nuove tendenze del food e dei distillati. Il clou di questo percorso ci sarà nelle prossime settimane, con la seconda edizione del «Teatro del Gusto», appuntamento con il mondo del vino naturale, per esplorarlo e apprezzarlo in tutta la sua autenticità. Sarà un «festival enogastronomico di tre giorni denso di iniziative: degustazioni guidate, lezioni, dialoghi e incontri tra partecipanti, esperti e produttori. Saranno organizzati pannelli di discussione, tavole rotonde e sessioni di domande e risposte, dando a tutti la possibilità di esprimere le proprie idee, imparare e condividere esperienze», ricorda l’ideatrice Anniria Punzo, con gli organizzatori Anna Buono e Alessandro Buono.

Le tappe di avvicinamento sono nel frattempo cominciate nel finissimo contesto d’architettura e design delle «Distillerie Aragonesi», dove Anna Buono e Alessandro Buono hanno ospitato Matteo Gallello, calabrese, classe 1985, cofondatore del magazine Verticale e della rivista Bromio, che conduce corsi e seminari sul vino in tutta Italia, con una particolare predilezione per la storia e la cultura vitivinicola mediterranea. Proprio alla cultura del «Mare Nostrum» è stato dedicato il primo evento del Teatro del Gusto dedicato a «Affinità-Divergenze: La Biancolella si confronta con i bianchi mediterranei».

Il principio – che del resto caratterizza il Teatro del Gusto – è che il Mediterraneo è un contesto ampelografico ed enologico di straordinaria varietà. «Qui possiamo ritrovare vitigni che convivono – spiega Gallello - testimoni di millenarie storie umane e territoriali. Il suolo, il sottosuolo, l’ambiente che circonda il vigneto, il lavoro dell’uomo e di una comunità sono tra gli elementi fondamentali del vino, quelli da cui trae la sua originalità. Su questo aspetto si innesta il senso dell’identità (il riflesso di luogo e annata) e del temperamento (l’indole, il carattere), dettagli che abbiamo cominciato a esplorare attraverso la degustazione».

Lanciato, contemporaneamente, il primo format avvincente: sei vini assaggiati «al buio» per avere quanta più libertà possibile nella scoperta delle affinità e delle divergenze Leggi l'articolo completo su
Il Mattino