Nell’ambito di un’indagine della terza sezione della Procura di Napoli, il comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha dato esecuzione a...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I reati ipotizzati sono bancarotta e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Eseguito anche il sequestro finalizzato alla confisca in via diretta e per equivalente di beni disposto dal Gip per l’importo di 342.000 euro quale profitto dell’evasione fiscale nonché quello preventivo di tutte le quote del capitale sociale delle quattro società utilizzate per le operazioni distrattive.
LEGGI ANCHE Napoli, sequestrato noto ristorante a Posillipo
In particolare, le indagini sono state condotte dai finanzieri della tenenza di Ischia e hanno permesso di fare luce sul dissesto finanziario della nota società operante nel settore della fabbricazione e commercializzazione dei cosmetici dichiarata fallita nel luglio 2016 dal Tribunale di Napoli. Sono stati disposti gli arresti domiciliari per l’amministratore di fatto della società, mentre alla sorella dell’imprenditore, utilizzata quale prestanome, è stata applicata la misura interdittiva del divieto di esercitare imprese per sei mesi.
Il complesso meccanismo “architettato” dagli indagati, secondo l’ipotesi degli inquirenti, consisteva nell’utilizzo di una serie di società collegate intestate a prestanome compiacenti e riconducibili all’arrestato, che avevano quale unico scopo la massimizzazione dei profitti e la sistematica sottrazione degli utili aziendali all’Erario, accumulando nel tempo un debito tributario di oltre 1 milione di euro.
In particolare, le Fiamme Gialle, mediante acquisizioni documentali, audizioni di persone informate sui fatti e ricognizioni dei luoghi, hanno ricostruito come gli indagati distraevano beni facenti parte del patrimonio della nota azienda nei confronti di altre quattro società riconducibili sempre ai medesimi, sottraendo, anche beni aziendali alla garanzia patrimoniale dei creditori. Il meccanismo fraudolento posto in essere consisteva, anche, nel distruggere scritture contabili obbligatorie della società in modo tale da impedire la ricostruzione del patrimonio fallimentare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino