Iva applicata al 22%: da Napoli parte la rivolta delle scuole guida

Iva applicata al 22%: da Napoli parte la rivolta delle scuole guida
Una sentenza della Corte di giustizia europea del marzo 2019 ha stabilito che l'esenzione IVA non si applicherebbe alle lezioni di scuola guida, in quanto questa categoria di...

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Una sentenza della Corte di giustizia europea del marzo 2019 ha stabilito che l'esenzione IVA non si applicherebbe alle lezioni di scuola guida, in quanto questa categoria di insegnamento non rientra in quelle di ambito scolastico e/o universitario: ha fatto seguito una vera e propria insurrezione da parte dei consumatori e delle associazioni di categoria in rappresentanza delle scuole guida a Napoli e in Italia, che si sono rivolte all’associazione consumatori Aidacon.

 
“Ci troviamo di fronte a due gravissimi problemi – ha specificato Carlo Claps, presidente Aidacon (nella foto) - in primo luogo è evidente che ci saranno gravi ripercussioni sui consumatori, in quanto verranno applicati inevitabili rincari per gli automobilisti. Tra l’altro, nel nostro paese i costi per conseguire la patente, sono tra i più alti in Europa. Pertanto, gli effetti della risoluzione dell’Agenzia delle Entrate comporteranno l’ennesima stangata sulle tasche degli automobilisti, già tartassati dal bollo auto, dagli aumenti costanti della benzina, nonché dai costi elevati per l’assicurazione RCA. Ma non è tutto: ci sono tante scuole guida non solo a Napoli a rischio chiusura, con conseguente licenziamento dei propri dipendenti. Infatti, la predetta risoluzione dell’Agenzia delle Entrate prevede non solo il pagamento dell’Iva per i futuri patentati ma anche il recupero dell’imposta da chi ha conseguito la patente negli ultimi 5 anni”.

Situazione paradossale e illegittima e comunque, impossibile da realizzare, in quanto non sarà possibile per i titolari delle scuole guida recuperare le somme relative all’Iva per le patenti conseguite dal 2014 al 2018, pretendendole dai loro ex allievi, con la conseguenza che dovranno provvedere di tasca propria.

“Tutto ciò - spiega ancora Claps - costituirà un ulteriore grave pericolo per i consumatori, perchè i titolari di scuole guida in difficoltà, potrebbero trasferire gli aggravi dei costi a carico degli aspiranti neopatentati, aumentando le spese per ottenere la patente. Con l’associazione Aidacon che presiedo, scenderemo in campo per tutelare i consumatori e i titolari delle scuole guida che dovranno necessariamente impugnare le richieste di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate”.


Giova evidenziare che vi sono alcuni precedenti favorevoli, su tutti una sentenza del 2003, in cui, a seguito di due decisioni della Corte di giustizia europea, varie prestazioni mediche non curative furono considerate soggette ad Iva con applicazione della retroattività. Dopo l’intervento dei rappresentanti di categoria e delle associazioni a tutela dei consumatori, il successivo intervento del legislatore bloccò i recuperi posticipando gli effetti delle sentenze a partire dal 2005. 
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Il Mattino