Kobe Memorial Park a Napoli, vandalizzati i canestri: «Ma come c... fate?»

Scempio al playground di Montedonzelli

Kobe Memorial Park a Napoli, vandalizzati i canestri: «Ma come c... fate?»
Sono già passati tre anni da quel triste 26 gennaio 2020, giorno in cui, sulle colline californiane di Calabasas, un elicottero perdeva il controllo schiantandosi al suolo....

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Sono già passati tre anni da quel triste 26 gennaio 2020, giorno in cui, sulle colline californiane di Calabasas, un elicottero perdeva il controllo schiantandosi al suolo. Persero la vita in tutto nove persone: tra queste, c’era Kobe Bryant, leggenda del basket, assieme alla figlia Gianna.

Poco dopo l’incidente, in tutto il mondo sono nate iniziative in memoria dell’ex Los Angeles Lakers. A Napoli, con la “benedizione” della Nazionale italiana di basket, è stato inaugurato il Kobe Memorial Park: un playground a Montedonzelli, completamente ristrutturato e dedicato - con due magnifici murales di Jorit e Luca Carnevale - al compianto campione.

Oggi però, chi si è recato al campetto convinto di poter fare due tiri è rimasto molto deluso. «Questa mattina sono arrivato al Kobe Park come faccio spesso - denuncia in un reel su Instagram Andrea Baldazzi, content creator napoletano da diverse migliaia di follower - e questo è quello che ho trovato». Il ragazzo mostra quindi spezzoni di video che ritraggono un canestro non solo privato della retina, ma anche deformato. «Le retine possono rompersi - spiega Baldazzi -, la gente ci si incastra con le dita e possono spezzarsi, o con la pioggia e il vento. Infatti i ragazzi che vengono qui a giocare le ricomprano in continuazione per tenere il campo in uno stato decente. Ma siete stati capaci di piegare persino il tabellone! Guardate, è curvato verso l’interno e il canestro è piegato verso l’alto. Ma come c... avete fatto?».

«Faccio questo video - conclude il creator - perchè se c'è un modo per evitare che la gente incivile faccia queste cose, quel modo è portare i ragazzi a giocare al campetto, farli affezionare a questi posti. Così che quando qualcuno ha intenzione di commettere queste c*****e, c’è chi li ferma. Tra l’altro, bel modo di ricordare Kobe a tre anni dalla scomparsa...».

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Il Mattino