L'invasione delle borse «pezzotte», a Napoli galleria Umberto diventa una casbah

Venditori di merci contraffatte sotto la galleria Umberto
Non si fa in tempo a mandarli via che i venditori abusivi di merci contraffatte ritornano alla carica dopo pochi minuti. E' la situazione che si registra ormai da diversi...

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Non si fa in tempo a mandarli via che i venditori abusivi di merci contraffatte ritornano alla carica dopo pochi minuti. E' la situazione che si registra ormai da diversi giorni sotto le monumentali volte della galleria Umberto, presa d'assalto da decine di venditori di borse, foulard e scarpe griffate rigorosamente contraffatte. Negli scorsi giorni i residenti e i commercianti della galleria Umberto avevano allertato il servizio di vigilanza che, per qualche ora, è riuscito nell'intento di sgombrare il passaggio dai teli stesi dagli abusivi e dalle loro mercanzie provenienti dalle miriadi di fabbrichette gestite dalla camorra che rivendono - a prezzo di costo - raffinate copie dei più grandi marchi internazionali. Uno scempio, quello della galleria più importante e frequentata della città, che ha declassato l'ormai ex gioiello incastonato nella strada "capitale" del turismo a indecente suk suburbano.

 
Tante le voci di protesta che si stanno levando contro uno scempio che le forze dell'ordine non sembrano essere in grado di contrastare. Nonostante le numerosissime multe e i sequestri a raffica effettuati dagli uomini della polizia municipale impegnati dal comandante Esposito sul fronte della repressione del commercio abusivo, infatti, il mercato sembra prosperare. L'unico "fastidio" per i venditori abusivi è quello di dover temporaneamente sgomberare quando da lontano si scorgono le "divise". Corse a perdifiato nei vicoli dei Quartieri Spagnoli dove i caschi bianchi non effettuano inseguimenti. Con le strade letteralmente invase da turisti - in alcuni momenti della giornata è difficile anche solo camminare - inseguire prestanti ragazzi africani che scappano a tutta velocità con il loro pesante e ingombrante fardello di merci rischia di tradursi quasi inevitabilmente nel ferimento di qualche passante.

Una triste situazione, quela della galleria Umberto, che non riguarda il solo commercio abusivo circoscritto nei periodi di massima affluenza turistica. Il degrado del monumento è sotto agli occhi di tutti e la rabbia verso la decadenza della struttura monumentale cresce. Angelo Forgione, noto scrittore partenopeo, punta il dito contro l'amministrazione comunale e lo fa in grande stile con un impietoso, quanto necessario, confronto tra la galleria Vittorio Emanuele II di Milano e la galleria Umberto II di Napoli.


«Passeggiare per Napoli con amici di Matera che amano questa città - spiega Forgione - ha anche la sua punta di vergogna, soprattutto quando loro, che ne decantano le bellezze con sincerità, si rammaricano della sporcizia che regna sovrana in centro, da via Toledo a via Medina, e delle condizioni indecenti in cui versa la Galleria Umberto. E non sto parlando solo del restauro disorganico e infinito, o della pavimentazione completamente lesionata, ma dell'incontrastato suk dell'ambulantato, delle immondizie a terra e dell'umiliante paragone che anche loro immediatamente fanno con la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Non è solo questione di differenze delle finanze delle due città. Loro traggono energia dalla mia onestà e dalla mia conoscenza della città, dai miei racconti. Io trovo conforto nel loro ascolto ammirato, ma il brutto vestito resta. Nascondersi dietro il turismo crescente - prosegue lo scrittore - sotto i 2 milioni/anno contro i 9 di Milano, e poi presentargli la città in queste condizioni è delittuoso. E non voglio toccare il tema trasporti. Il popolo è colpevole a suo modo, ma questa amministrazione, già responsabile di aver rimosso illo tempore il servizio di vigilanza h24 nel sito - l'affondo - ha proprio nella Galleria uno dei simboli del proprio fallimento, non troppo diverso da quelli precedenti».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino