La macchina del tempo nel chiostro di San Lorenzo Maggiore: rivive la Napoli del '700

La macchina del tempo nel chiostro di San Lorenzo Maggiore: rivive la Napoli del '700
Un viaggio indietro nel tempo nella Napoli del 1700: il chiostro di San Lorenzo Maggiore a Napoli si immerge nel passato, facendo rivivere la centralità della musica e...

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Un viaggio indietro nel tempo nella Napoli del 1700: il chiostro di San Lorenzo Maggiore a Napoli si immerge nel passato, facendo rivivere la centralità della musica e della cultura napoletana dell’epoca, che rappresentavano un vero e proprio alveare di idee innovative.


Ed è così che lo storico complesso nel cuore della città diventa teatro per l’originale idea del maestro Marco Traverso: ‘E stagioni e Pullecenella, un’opera che unisce la tradizione settecentesca e la modernità, mettendo in scena le quattro stagioni di Vivaldi per violino e orchestra e insieme i Sonetti tradotti in napoletano raccontati da Pulcinella, la maschera tipica della tradizione partenopea interpretata da Pasquale Minopoli. La manifestazione si ripeterà il 29 luglio per diffondere il valore della tradizione napoletana.

«La musica è un linguaggio universale, e quella napoletana è forse la più conosciuta nel mondo. Napoli è stata la culla della tradizione musicale che nasce proprio qui agli albori del 1700, trasformando la città nella capitale della musica europea per oltre 150 anni», afferma Traverso. Ma continua a raccontare il fine della manifestazione: «È una sfida per diffondere la musica colta e aprirla al popolo, per far emergere la grande formazione musicale del ‘700 napoletano in un’atmosfera suggestiva, dove verranno riprodotti persino gli abiti d’epoca, il tutto in collaborazione con la Santoro, Minopoli e Taglialatela e con l’associazione Amici del’700».

Proprio in questa città, che ultimamente vive una crescita del turismo, il centro storico continua ad offrire importanti spunti di spessore culturale per i visitatori durante tutta l’estate. «Napoli è pizza e mandolino, ma anche cultura e storia», ricorda il maestro.
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Il Mattino