La moglie del vigile anti-roghi: ​«Ho votato Di Maio, è uno pulito»

La moglie del vigile anti-roghi: «Ho votato Di Maio, è uno pulito»
«Sono facce pulite, hanno dei programmi, io li ho sempre votati». Maria, la moglie di Michele Liguori, il vigile anti-roghi morto nel 2014 di un cancro causato dalla...

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«Sono facce pulite, hanno dei programmi, io li ho sempre votati». Maria, la moglie di Michele Liguori, il vigile anti-roghi morto nel 2014 di un cancro causato dalla diossina, è tra le decine di militanti che aspettano Luigi Di Maio nel piccolo spazio al lato del castello di Acerra. In città, storico feudo del centrodestra amministrato tuttavia negli ultimi anni da un sindaco di Mdp, il M5S ha preso il 64,7%. Percentuali bulgare raggiunte anche grazie alla battaglia del Movimento contro l'inceneritore, uno dei più grandi d'Europa, e contri i roghi tossici della Terra dei Fuochi. «Io ora faccio la mia battaglia per la polizia locale, per la loro dignità, anche se in tanti non se la meriterebbero per come era trattato mio marito», spiega Maria ricordando che, con il marito che aveva 35 anni di servizio, oggi prende «804 euro di pensione». E sul boom del M5S Maria ha un rimpianto: «potevano svegliarsi qualche mese fa, quando a giugno ci sono state le Comunali». Non andare al governo, invece, sarebbe una «delusione», spiega Maria riprendendo un concetto già espresso da Alessandro Canavacciuolo, altro simbolo della battaglia per la legalità nella Terra dei Fuochi. Il 29enne di Acerra, infatti, dopo un lungo contenzioso giudiziario, è riuscito ad ottenere la condanna per disastro ambientale dei fratelli Pellini colpevoli di aver inquinato l'agro casertano mandando al fallimento l'azienda di Canavacciuolo. «L'inceneritore bisogna chiuderlo, il problema è che lì ci sono dei rifiuti tossici, noi respiriamo il veleno», spiega il militante, escluso dalle candidature per le Comunali locali per una denuncia per diffamazione. Ma Canavacciuolo è rimasto militante: «speriamo di andare al governo, ma se non i riusciamo la battaglia non si fermerà».
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Il Mattino