MARANO. È un verdetto duro da digerire per un bambino che sognava di ripercorrere le orme di Lorenzo Insigne, il suo grande idolo. Alessandro, il baby calciatore colto da...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La drammatica sequenza dell'evento è tutta racchiusa nei minuti iniziali del secondo tempo di una gara che vedeva contrapposte le formazioni giovanili dell'Asd Ciro Caruso e la scuola calcio Lanzaro di Cimitile. «Poco prima di stramazzare a terra - racconta Giovanni, papà del baby calciatore - Ale si era avvicinato alla panchina poiché aveva un problema al collo. La zona interessata al dolore è stata sbloccata con un massaggio eseguito dagli allenatori che erano in panchina. È rientrato in campo, ma dopo pochi minuti ha chiesto il cambio. Era più lento degli altri, ho subito compreso che qualcosa non andava per il verso giusto. Qualche secondo dopo l'ho visto crollare a terra».
Il papà si è immediatamente precipitato sul terreno di gioco, quasi in contemporanea agli allenatori della squadra: Pino Caruso e Massimo Quartuccio. «È a loro - aggiunge Giovanni - che va il ringraziamento della mia famiglia. Si sono immediatamente attivati con le manovre di rianimazione: prima un massaggio al cuore, durato svariati minuti, poi l'utilizzo del defibrillatore. Alessandro era rigido, aveva la mascella serrata, tanto che non riuscivano nemmeno ad aprirgli la bocca per facilitare la respirazione. Sono stati minuti di puro terrore, Alessandro è andato in arresto cardiaco. Credevo di averlo perso, ma dopo un po' si è ripreso».
L'ambulanza giunta sul posto ha trasportato il ragazzo al Santobono. Poi da lì Alessandro è stato trasferito al Monaldi. I medici hanno diagnosticato un problema cardiaco, un ispessimento del cuore, che non gli consentirà di proseguire nell'attività agonistica. L'utilizzo del defibrillatore si è rivelato decisivo. «La Federazione - sottolinea il tecnico Pino Caruso - deve obbligare i proprietari delle strutture sportive a dotarsi delle apparecchiature salvavita. Molte società calcistiche, anche per problemi di budget, non sono ancora attrezzate e preparate per casi come quelli di Alessandro. Il rischio, insomma, è sempre dietro l'angolo: occorre fare di più sul fronte della prevenzione». Questo lieto fine insegna che ne vale davvero la pena. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino