La pelle di Napoli| Nei vicoli dei Quartieri dove visse donna Eleonora

La pelle di Napoli| Nei vicoli dei Quartieri dove visse donna Eleonora
I Quartieri Spagnoli hanno mille anime. Sono un’entità plurale, non solo nel nome, ma pure nella loro natura più...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno










I Quartieri Spagnoli hanno mille anime. Sono un’entità plurale, non solo nel nome, ma pure nella loro natura più profonda. Lo sono da sempre, da quando, nel Cinquecento, il viceré don Pedro di Toledo, stabilì che la città doveva espandersi fuori delle antiche mura aragonesi e arrampicarsi sulla collina, mangiando le mortelle e i gelsi.



C’è solo un tratto che accomuna tutti i Quartieri: l’irrefrenabile ronzio degli scooter che salgono e scendono, che bisogna scansare come mostruosi insetti. Ma è l’unico modo per muoversi in una scacchiera pendente. Per il resto i Quartieri cambiano faccia da vicolo a vicolo, da edificio a edificio, da bottega a bottega, da basso a basso.







E quando arrivano in fondo, a sovrastare via Chiaia, a fronteggiare Monte di Dio, mostrano una natura aristocratica più spiccata. Un motivo c’è. Tutta l’area, attorno a Sant’Anna di Palazzo (la strada, la chiesa, il vicolo, la salita) era a ridosso del Palazzo, di Palazzo Reale, dal quale prendeva il nome. Chi voleva o doveva frequentare i sovrani (e prima ancora i viceré) si acquartierava qua, dove edificava lussuose residenze o apriva negozi o laboratori. Capire e conoscere il popolo dei Quartieri è, inevitabilmente, difficile.



Lo era nei secoli passati, lo è ancor di più adesso. Chi viveva in questa parte della città bazzicava con la Corte (dal basso o dall’alto, omaggiandola o opponendovisi), più che altrove. Aristocrazia e plebe, cicisbei e giacobini, rivoluzionari e sanfedisti. Poi miseria e nobiltà.



Oggi borghesia delle professioni e popolo formicolante, ceto affluente che privilegia i panoramici piani alti e studenti fuorisede smaniosi di un terrazzino, transgender mai domi e beghine che tirano avanti a botta di sofferenze. Tutto condito dalla nota di una criminalità cialtrona, sempre in cerca di un posto nel gotha dannato della camorra.











CONTINUA A LEGGERE SUL MATTINO DIGITAL
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino