La rassegna «Un film per evadere» anche per i minori di Nisida

Un film per evadere, carcere minorile Nisida
Il cinema con il suo mondo fantastico, allusivo, strettamente legato ad un vissuto in cui spesso ci si può identificare, sentirsi di più, sognare. Il cinema con...

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Il cinema con il suo mondo fantastico, allusivo, strettamente legato ad un vissuto in cui spesso ci si può identificare, sentirsi di più, sognare. Il cinema con effetto salvifico, perché non augurarselo, pronto a coinvolgere coloro che vivono la vita dietro le sbarre di un carcere. 


E allora dopo Poggioreale arriva s Nisida la rassegna "Un Film Per Evadere", in programma dal 26 luglio. "L'amore buio" Antonio Capuano, "Fiore" Claudio Giovannesi, "L'Onda", "Over The Top": alcuni dei titoli per l'evento nato dalla collaborazione tra l'Istituto per gli studi giuridici M&C Militerni e il Comune di Napoli. 

Saranno, dunque, i minori del famoso "carcere 'e mare" a beneficiare dei film in programma. Prima la visione poi la discussione sulle emozioni e le riflessioni suscitate dalla pellicola, parte fondamentale del progetto che consente di elaborare i vissuti dei detenuti, di connettere la trama del film ad una parte della trama della propria vita. Ogni proiezione sarà seguita, poi, da un dibattito con le psicologhe Ilaria Ricupero e Francesca Scannapieco e ogni detenuto potrà mettere su carta le riflessioni suscitate dalla visione-discussione del film, in brevi elaborati che saranno raccolti in un libro (il ricavato  sarà devoluto per la realizzazione di progetti con finalità sociale).

Un mese fa l'iniziativa ha avuto il via nella casa circondariale di Poggioreale con  grande partecipazione e motivazione. Ad ogni proiezione la classe dei circa 40 spettatori ha mostrato forte interesse, trascrivendo le emozioni negli elaborati che saranno pubblicati.


«È stata una grande sfida, speravamo nel successo dell'iniziativa che è stato confermato dalla grande partecipazione - ha detto Maria Caniglia consigliere comunale e presidente Commissione Welfare - Ascoltare le loro riflessioni, talvolta anche forti e dolorose, ci spinge a diffondere l'iniziativa in altri istituti. La nostra rassegna cinematografica rende gli spettatori-attori attraverso la raccolta dei loro elaborati che saranno rilegati in un libro il cui ricavato finanzierà attività di natura sociale». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino