Avrebbe fornito certificati di residenza fittizi a circa 330 extracomunitari richiedenti il permesso di soggiorno, allocandoli però nel cimitero napoletano di Santa Maria...
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Mounir Grine, per esempio, anche lui tra gli arrestati, si interfacciava con la componente italiana della banda e, tra l'altre cose, anche avvalendosi di tre collaboratori, avvisava i richiedenti residenti all'estero dell'imminenza dei controlli per la verifica dell'attendibilità delle dichiarazioni rese. «Abbiamo fatto entrare una nazione intera...»: è la frase pronunciata da uno degli indagati che così esultava dopo aver fatto ottenere a un suo congiunto il rilascio del permesso di soggiorno. Determinante, per gli affari della banda, infine, è risultato il ruolo ricoperto dagli altri due ex agenti indagati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino