«La riabilitazione deglutologica» convegno nella casa di cura Santa Maria del Pozzo

«La riabilitazione deglutologica» convegno nella casa di cura Santa Maria del Pozzo
Nella casa di cura Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana si è tenuto il convegno “La riabilitazione deglutologica. Aspetti clinico-riabilitativi e...

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Nella casa di cura Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana si è tenuto il convegno “La riabilitazione deglutologica. Aspetti clinico-riabilitativi e socio-sanitari”. Organizzato dal Gilda Pagano, direttrice scientifica del convegno in qualità di responsabile del Servizio nutrizione e dietetica: il medico ha messo in evidenza l’elevato numero di pazienti affetti da disturbi della deglutizione, una disfunzione che può essere rilevata in diversi modi: negli esiti di stroke (ischemico o emorragico), nel trauma cranio-encefalico e quando si riscontrano patologie neuro-degenerative o oncologiche. 


Alla conferenza è intervenuto Guido Saraceni, docente di Filosofia del diritto all'Università di Teramo che ha sottolineato come «ogni problema fisico e psicologico legato alla nutrizione ci costringe a riflettere filosoficamente, coinvolgendo profondamente la nostra più intima e profonda identità». In qualità di moderatore Pasquale Strazzullo, ordinario di Medicina interna della Federico II presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana, ha evidenziato «l’importanza e la necessità di una collaborazione multidisciplinare per il trattamento del paziente disfagico in quanto la disfagia, specie se severa e prolungata, espone al rischio di malnutrizione proteico-energetica».

L’altro moderatore del convegno, Pierluigi Pecoraro, responsabile del Servizio nutrizione dell’Asl Napoli 3 e docente della Scuola di specializzazione di Scienza dell’alimentazione della Federico II, ha parlato del ruolo del nutrizionista, in équipe multidisciplinari e degli esami più indicati. Attilio Covino, foniatra responsabile dell’Unità deglutologica della casa di cura, ha fanno notare che «l'approccio clinico alle disfagie prevede una specifica procedura: una valutazione logopedica formale della deglutizione al ricovero, una visita specialistica foniatrica, una formulazione da parte del foniatra del programma riabilitativo con prescrizione pasti a consistenza modificata, un trattamento riabilitativo da parte del logopedista-deglutologico, anche mediante monitoraggio durante i pasti e infine delle modifiche progressive della consistenza degli alimenti assunti».


Poi Maddalena Terracciano, neuropsichiatra e direttrice tecnica della clinica, ha coordinato la tavola rotonda sul tema “Il paziente disfagico e le risorse sul territorio: possibilità e prospettive” che ha visto tra i partecipanti Pasquale Caiazzo, primario di Neurochirurgia del Cardarelli di Napoli, Teresa Cuomo, primario di Neurologia dell’Umberto I di Nocera Inferiore, Fabrizio Antonio De Falco, primario di Neurologia del Loreto Mare e Bruno Ronga, primario del Cto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino