La storia di Dilal, sbarcato in Sicilia da migrante a mediatore culturale

La storia di Dilal, sbarcato in Sicilia da migrante a mediatore culturale
Prima di diventare un mediatore culturale è stato un migrante. E ogni volta che riesce ad aiutare un ragazzo «è come rinascere». Il sogno di Dilal era...

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Prima di diventare un mediatore culturale è stato un migrante. E ogni volta che riesce ad aiutare un ragazzo «è come rinascere». Il sogno di Dilal era quello di raggiungere l’Italia e studiare. È partito nel 2015 dal Bangladesh, quando aveva appena 17 anni. Il suo viaggio è durato tre mesi, di questi tre mesi ha trascorso due settimane bloccato in Libia in uno stanzone e poi tre giorni in mare su un barcone fino alle coste della Sicilia. Per darsi un futuro ha pagato settemila euro. Lo ha sostenuto suo padre e la sua famiglia ed oggi, loro, sono fieri di lui. 

 
Grazie all’associazione Dedalus accoglie i migranti spaesati a Napoli. «Volevo partire e sono arrivato in Italia con il desiderio di poter studiare» racconta Dilal.

Il suo è un fisico minuto ma molto resistente. La cappa di caldo che è scesa su Napoli non lo disturba. Lui è rimasto in mare per giorni e l’afa che soffoca e secca la gola la conosce bene.

Nel centro polifunzionale di Marechiaro aiuta i ragazzi come lui. Molti sono suoi coetanei. «Questo lavoro mi permette di aiutare le persone – racconta – quando si arriva in un paese nuovo ci si sente strani. La prima cosa che ho detto ai ragazzi arrivati dal barcone di Medici senza Frontiere è che qui non devono più avere paura». Dilal era su una barca di plastica e - proprio come i ragazzi sbarcati a Napoli  - insieme ai suoi compagni ha fermato una nave di passaggio che li ha portati finalmente sulle coste italiane. Adesso ha 19 anni e a Napoli è rinato.

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Il Mattino