Prima di diventare un mediatore culturale è stato un migrante. E ogni volta che riesce ad aiutare un ragazzo «è come rinascere». Il sogno di Dilal era...
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Grazie all’associazione Dedalus accoglie i migranti spaesati a Napoli. «Volevo partire e sono arrivato in Italia con il desiderio di poter studiare» racconta Dilal.
Il suo è un fisico minuto ma molto resistente. La cappa di caldo che è scesa su Napoli non lo disturba. Lui è rimasto in mare per giorni e l’afa che soffoca e secca la gola la conosce bene.
Nel centro polifunzionale di Marechiaro aiuta i ragazzi come lui. Molti sono suoi coetanei. «Questo lavoro mi permette di aiutare le persone – racconta – quando si arriva in un paese nuovo ci si sente strani. La prima cosa che ho detto ai ragazzi arrivati dal barcone di Medici senza Frontiere è che qui non devono più avere paura». Dilal era su una barca di plastica e - proprio come i ragazzi sbarcati a Napoli - insieme ai suoi compagni ha fermato una nave di passaggio che li ha portati finalmente sulle coste italiane. Adesso ha 19 anni e a Napoli è rinato.
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Il Mattino