Incendi sul Vesuvio, arrestato il piromane della porta accanto: «Le fiamme mi fanno impazzire»

Incendi sul Vesuvio, arrestato il piromane della porta accanto: «Le fiamme mi fanno impazzire»
Inutile provare a cercare una spiegazione. Si è trattato di lucida follia. Nessun disegno criminale, nessuna speculazione economica, nessun legame con la criminalità...

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Inutile provare a cercare una spiegazione. Si è trattato di lucida follia. Nessun disegno criminale, nessuna speculazione economica, nessun legame con la criminalità organizzata e, soprattutto, nessun mandante. «Solo» il gesto di un piromane, uno che prova piacere nell’assistere alla potenza distruttiva del fuoco. Ci sarebbe questo scenario dietro il gesto di Leonardo Orsino, macellaio di mestiere, piromane nell’indole, che il 14 luglio scorso ha mandato in fumo un ettaro di parco del Vesuvio.


Ne sono convinti i carabinieri della compagnia di Torre del Greco che, mentre i vigili del fuoco erano ancora impegnati a domare le fiamme nella zona dei Camaldoli, erano già sulle tracce del presunto autore del rogo. Una settimana: tanto è durata l’indagine che ha fatto poi scattare le manette ai polsi del 24enne.

 
Giusto il tempo di effettuare approfonditi rilievi, sentire diversi testimoni, alcuni dei quali conoscono bene Orsino, e chiudere il cerchio intorno al piromane. Personaggio dalle due facce, abituato a camminare sulla linea di confine tra legalità e illegalità: la sua storia personale racconta di piccoli precedenti, procurato allarme, reati contro il patrimonio, armi, storie di droga. Cinque anni fa fu sorpreso con un complice a rubare cavi di rame nella stazione di Santa Maria la Bruna. Non certo un delinquente di spessore.

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