«Terra dei fuochi, metà dei terreni sono sicuri». I primi dati: niente tracce radioattive

«Terra dei fuochi, metà dei terreni sono sicuri». I primi dati: niente tracce radioattive
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Non ci sono rifiuti radioattivi nella Terra dei fuochi. Lo confermano i dati diffusi ieri dopo l’incontro del comitato istituito a marzo e modificato a giugno, guidato dal Capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone. Nei siti classificati a livello di rischio “3” (rischio medio) e “5” (rischio alto), per una superficie complessiva di 113 ettari, non è stata, infatti, riscontrata alcuna presenza di sostanze radioattive. Ci sono, però, sei ettari fortemente inquinati su 29 classificati con un livello di rischio “4”: su questi non si può coltivare.



Quasi una buona notizia, ma attenzione a non dare per risolto il dramma della Terra dei Fuochi: molti restano i problemi ancora aperti, a partire da quello degli accertamenti sanitari sul quale il governo è in pressing sulla Regione. Ieri è stata diffusa una dichiarazione del ministro Beatrice Lorenzin, che ha sottolineato: «Per quanto riguarda la salute dei cittadini campani, nei colloqui avuti con la Regione ho sollecitato soprattutto l’accelerazione dell’inizio degli screening». Ma qualche ora dopo la notizia è stata corretta. Nella nuova versione la Lorenzin ha spiegato di aver sollecitato nei colloqui avuti con la Regione, «che finora ha risposto positivamente, a fare presto e bene proseguendo celermente col lavoro cominciato con gli screening per la salute dei cittadini campani». E il governatore Stefano Caldoro prontamente, dal canto suo, ha sottolineato: «Gli screening sono già partiti, il resto del protocollo partirà prima dei novanta giorni previsti dai tempi ministeriali, abbiamo già tutto pronto». In conclusione: gli screening sono partiti, ma bisogna fare presto.






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