Whirlpool, la disperazione dei lavoratori in fabbrica a Napoli: «Disposti a tutto per salvare il futuro»

Whirlpool, la disperazione dei lavoratori in fabbrica a Napoli: «Disposti a tutto per salvare il futuro»
Le proteste, le marce, i cortei e ieri l’incontro al Mise terminato con un nulla di fatto. I dipendenti della Whirpool Napoli sono allo stremo ed oggi in fabbrica, hanno...

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Le proteste, le marce, i cortei e ieri l’incontro al Mise terminato con un nulla di fatto. I dipendenti della Whirpool Napoli sono allo stremo ed oggi in fabbrica, hanno cercato di rimettere insieme le forze per continuare a tenere la testa alta. Ma è difficile. La disponibilità dell’azienda di mantenere le attività produttive sino al prossimo 31 ottobre, non soddisfa i lavoratori che ora più che mai chiedono una soluzione definitiva. Anche la volontà del ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli di attuare tutte le misure necessarie a garantire la continuità produttiva dello stabilimento, non viene ritenuta rassicurante. Insomma c’è tanto sconforto nell’azienda di via Argine.

 

Uno scoraggiamento che ormai tiene tutti in apprensione e in attesa di quello che dovrà ancora accadere. Ma intanto ci sono delle certezze. Si comincerà con lo sciopero di 16 ore dichiarato da Fiom, Uil e Fim per tutto il comparto Whirpool. Un'astensione articolata in 8 ore di presidio territoriale davanti gli stabilimenti ed altre 8 da impiegare nel corso della manifestazione nazionale, di cui saranno decisi i dettagli nei prossimi giorni.

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«Non possiamo fermarci adesso – afferma il delegato sindacale Rsu – Uilm Vincenzo Accurso – perchè è proprio quello che si aspettano. Quello che è avvenuto a Roma ieri è molto grave e potrebbe generare precedenti pericolosi anche per altri gruppi in Italia. Dobbiamo continuare a lottare per i nostri diritti e per quelli dei lavoratori che potrebbero ancora trovarsi in condizioni simili alle nostre. Siamo disposti a tutto per salvare il nostro posto di lavoro».


Una presa di posizione netta quella dei lavoratori che dopo gli screzi con alcuni rappresentanti sindacali, sono tornati a collaborare per cercare una via di uscita da una situazione diventata insostenibile. «Domani ci sarà il primo sciopero nello stabilimento di Varese – afferma la segretaria nazionale Fiom Barbara Tibaldi – e nelle prossime settimane si muoveranno tutti gli altri. L'Italia sino a qualche tempo fa era il settimo paese industriale e dobbiamo tornare ad essere quelli di prima. Questa vicenda dimostra tanta incapacità, ma dobbiamo essere bravi a sfruttare questa situazione per dimostrare il nostro valore e la nostra capacità organizzativa».

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Il Mattino