Le storie ritrovate di Pompei. Dagli scavi delle tombe i resti di tre corpi

Le storie ritrovate di Pompei. Dagli scavi delle tombe i resti di tre corpi
Maschio. Sessant’anni, o poco più. Mangiava bene e beveva ancora meglio. E per questo motivo era anche in sovrappeso. Insomma, era uno che duemila anni non se la passava...

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Maschio. Sessant’anni, o poco più. Mangiava bene e beveva ancora meglio. E per questo motivo era anche in sovrappeso. Insomma, era uno che duemila anni non se la passava troppo male visto che la sua dieta si basava principalmente su proteine. Questo l’identikit che viene fuori dallo studio dei resti dell’individuo che gli archeologi della British School at Rome (la prestigiosa Scuola di Archeologia britannica che ha sede a Roma), guidati da Stephen Kay, hanno rivelato parlando delle ultime scoperte effettuate nel corso delle indagini svolte su quell’area extra urbana così poco indagata.




L’uomo è stato ritrovato sepolto con il rito dell’incinerazione (equivale alla moderna cremazione) nel pavimento della tomba di Marco Obellio Firmo, notabile pompeiano dell’epoca, a pochi metri da Porta Nola, fuori la cinta muraria della Pompei romana. Anche perché l’urna non presenta tracce di graffiti o scritte. Attorno all’urna funeraria con i resti dell’uomo sono stati poi recuperati circa duecento frammenti di osso pertinenti al letto sul quale il corpo era stato cremato.



E non è solo questo rinvenimento a confermare l’importanza di Pompei quale «pozzo delle meraviglie nascoste». Le indagini, fatte dagli studiosi inglesi in cooperazione con archeologi e restauratori spagnoli dell’«Ilustre Colegio Oficial de Doctores y Licenciados en Letras y Ciencias de Valencia y Castellòn - Departamento de Arqueologia, del Museo de Prehistoria e Historia de La Diputación De Valencia», coordinati, rispettivamente, da Llorenc Alapont Martin e Rosa Albiach, hanno anche consentito il rinvenimento di altre tre sepolture. Due di esse, ancora a incinerazione, sono state intercettate sotto la cinta muraria della città, a poche decine di metri da Porta Nola.



Chi fossero gli individui che le tombe contenevano, però, non è stato possibile capire. Infine, ancora più interessante, il rinvenimento, sempre nella stessa area di scavo, di una nuova tomba, a inumazione (il corpo veniva posto nella terra e coperto da tegole), questa volta, contenete lo scheletro di un fanciullo. Dallo studio delle ossa si è potuto capire che si trattava di un neonato la cui età, presumibilmente, poteva essere indicata tra i tre e i sei mesi di vita. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino