Legge Bacchelli per Roberto De Simone, c'è il via libera di Franceschini

Legge Bacchelli a Roberto De Simone, c'è il sì di Dario Franceschini. La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, dopo giorni di appelli da parte...

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Legge Bacchelli a Roberto De Simone, c'è il sì di Dario Franceschini. La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, dopo giorni di appelli da parte di intellettuali e istituzioni culturali per concedere il contributo al regista e drammaturgo napoletano, in gravi difficoltà economiche da tempo. Una mobilitazione che ha toccato la città come il resto d'Italia, dal conservatorio San Pietro a Majella al premio Oscar Nicola Piovani, e che alla fine ha pagato: il ministro della Cultura si è detto favorevole all'assegnazione del vitalizio all'autore di «La gatta cenerentola»; nei prossimi giorni si capiranno i tempi con cui il sostegno straordinario gli verrà ufficialmente conferito. 

Già tempo fa De Simone aveva fatto riferimento alla richiesta di rientrare tra i beneficiari della legge. Ma il mandato della commissione che doveva vagliare la domanda è scaduto nel dicembre scorso e la procedura si è bloccata. Negli ultimi giorni il regista ha confessato pubblicamente il suo stato di disagio, denunciando di trovarsi in serie difficoltà economiche per la pensione modesta e per il costo dei farmaci che deve prendere a causa delle condizioni di salute.

Da qui era partito, nel mondo della cultura napoletana e oltre, un tam tam per sollecitare l'intervento delle istituzioni, culminato con l'appello di ieri di Piovani: «Spero che il nostro governo trovi un modo legale per sostenerlo e che il nostro Paese sappia dimostrare attenzione per un tale artista, un talento del teatro che ci ha fatto e che ci fa onore: ha aperto strade musicali alle quali in molti abbiamo attinto, e che per molti sono state una fortuna». Il compositore romano ha ricordato l'età e la condizione fisica di De Simone: «A ottantanove anni è malato e ha bisogno di aiuto, medicine e assistenza. Insomma, ha bisogno di sostegno». Fino all'augurio: «Auguri di pronta guarigione, Maestro!». Altri nomi si sono schierati al fianco di De Simone: tra questi Roberto Andò, Mimmo Jodice, Mariano Rigillo e Marco Zurzolo, e anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi si era detto pronto a sostenere la causa. È nata anche una petizione, lanciata dall'architetto Sergio Attanasio e diffusa sulla piattaforma change.org, che presto ha fatto il giro della rete. 

Sempre ieri si sono mossi anche i vertici del conservatorio partenopeo, con una lettera al presidente del consiglio Mario Draghi e al ministro Franceschini firmata dal presidente Luigi Carbone e dal direttore Carmine Santaniello: «Il conservatorio di San Pietro a Majella, che ha avuto il privilegio negli anni Novanta di avere il maestro De Simone quale direttore e figura di riferimento, si unisce al coro di quanti, di fronte a una situazione non compatibile con la statura morale e artistica di Roberto De Simone, chiedono gli venga riconosciuto il trattamento previsto dalla legge 440 del 1985 (la cosiddetta legge Bacchelli), in considerazione dei suoi alti meriti culturali e del prestigio che la sua attività, nel corso degli ultimi sessant'anni, ha conferito al Paese». Nella lettera è stato ricordato il legame tra il conservatorio e una figura come De Simone, «capace come pochi altri intellettuali di coniugare, dal proprio irrinunciabile osservatorio della città di Napoli, la dimensione di ricerca con quella di divulgazione, la parte alta della narrazione con quella popolare, il momento formativo con quello performativo, la dimensione territoriale con quella internazionale del proprio lavoro». Questa sintonia di valori, hanno scritto i firmatari della lettera, ha indotto a sentire come propria la situazione di disagio palesata dall'artista: «Il nostro è un appello sentito affinché al maestro siano concessi i benefici della legge Bacchelli, testimoniandone sin d'ora la chiara fama richiesta per la sua applicazione».


Sono trentacinque gli attuali beneficiari della legge che prende il nome da Riccardo Bacchelli, lo scrittore per cui il primo governo Craxi l'aveva promulgata nel 1985. Bacchelli stesso non arrivò ad usufruirne dato che morì due mesi dopo l'approvazione, in tempi non utili perché entrasse in vigore ufficialmente. La prima a giovarsene fu Anna Maria Ortese Leggi l'articolo completo su
Il Mattino