Legge Severino, De Luca resta in sella: dal tribunale in arrivo un rinvio

Il governatore De Luca
Il provvedimento non è stato ancora depositato ma la decisione sarebbe stata presa. Al termine di una camera di consiglio durata quasi cinque ore i giudici della prima...

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Il provvedimento non è stato ancora depositato ma la decisione sarebbe stata presa. Al termine di una camera di consiglio durata quasi cinque ore i giudici della prima sezione civile del Tribunale di Napoli avrebbero deciso di rinviare la decisione sulla sospensione del governatore De Luca in attesa della pronuncia della Consulta sulla legittimità della legge Severino. Termina così una lunga giornata scandita da attese, voci e indiscrezioni che anticipano ciò che già stamattina dovrebbe essere ufficializzato attraverso la notifica del provvedimento alle parti interessate: al collegio di avvocati che assistono il governatore della Regione Campania e a quelli che rappresentano in aula un gruppo di ex consiglieri regionali del centrodestra e del Movimento per i diritti del cittadino.


De Luca resterebbe così governatore. Almeno - sempre stando alle anticipazioni raccolte dal nostro giornale - per altri cinque mesi, e cioè fino al maggio del 2016. Questo significa che la decisione del Tribunale di Napoli sulla sospensione di De Luca dalla carica ai sensi della legge Severino, e per effetto della condanna a un anno per uso d’ufficio, slitta ad un momento che si immagina successivo ad una tappa fondamentale di tutta la vicenda: e cioè la pronuncia sulla legittimità costituzionale della stessa legge da parte della Consulta.

È vero: manca ancora la data di fissazione dei giudici della Corte Costituzionale; ma quello di cinque mesi resta pur sempre un lasso di tempo sufficiente a immaginare che entro quel termine una pronuncia da Roma arriverà. Va ricordato che entro l’8 gennaio per il presidente della Regione Campania (condannato in primo grado per abuso d’ufficio a un anno di reclusione per la realizzazione del termovalorizzatore a Salerno) inizierà il processo d’appello.




















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Il Mattino