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«Un libro in ogni casa del Rione Sanità». Questa la sfida di Edizioni San Gennaro, protagonista della quarta tappa di LibriNapoli, la rubrica che si occupa di raccontare l’editoria indipendente campana.
Le Edizioni San Gennaro, marchio editoriale della Fondazione San Gennaro, nascono dalla volontà di Antonio Loffredo e i giovani del Rione Sanità e rappresentano uno strumento al servizio del territorio e della comunità, innestandosi in un percorso più ampio che unisce i diversi aspetti dell'attuale editoria con la mission della diffusione del bello e dell’amore per la cultura.
Il direttore editoriale è Edgar Colonnese. Il comitato scientifico è composto da Carlo Borgomeo, Ilaria Borletti Buitoni, Mimmo Jodice, Antonio Loffredo, Paolo Verri e Marco Vitale. Del comitato di redazione, invece, fanno parte: Mario Cappella, Edgar Colonnese, Mario Donatiello, Gaetano Iaia, Paolo La Motta, Chiara Nocchetti, Diego Nuzzo, Vincenzo Porzio, Viviana Salzano.
Inizia così il miracolo del Rione Sanità. Un processo che ha visto il proliferare di cooperative e associazioni di giovani del territorio che, attraverso l’arte, la musica, hanno innescato un movimento di sviluppo che ha trasformato il Rione in una delle principali mete turistiche della città.
Colonnese, come nasce la casa editrice?
«Edizioni San Gennaro nasce nel luglio del 2018 quando Padre Antonio Loffredo confessò che voleva pubblicare le storie dei ragazzi che avevano costituito la cooperativa La Paranza e che hanno aperto le catacombe al vasto pubblico, frequentate oggi da 160.000 visitatori all’anno. Edizioni San Gennaro sono un maschio della fondazione comunità San Gennaro, questa realtà che raccoglie tante cooperative che da più di dieci anni ha fatto un lavoro di recupero sociale e di rigenerazione urbana, soprattutto di chiese, che oggi hanno una funzione di luoghi di aggregazione per i giovani. La casa editrice completa questo percorso, è l’anello che serve alla storicizzazione delle attività e dei progetti in essere».
La casa editrice nasce proprio per pubblicare un libro quindi.
«Sì, “Vico Esclamativo”. Queste storie delle cosiddette “pietre scartate che diventano testate d’angolo” nel processo rigenerativo dal punto di vista sociale che ha applicato Antonio Loffredo dal 2001 quando è arrivato nella sanità. Queste storie raccontano di ragazzi che ce l’hanno fatta, uscendo da un destino che sembrava segnato. Queste storie erano già state veicolate via social e sono state raccolte da Chiara Nocchetti.
È stata capita la casa editrice dal quartiere?
«Non subito. Ovviamente le esigenze sono altre. Il libro salva, ma solo se lo conosci. Il tentativo della casa editrice è molto semplice: portare un libro in ogni casa della Sanità. Pian piano la casa editrice è entrata nelle case delle persone, e in questo momento è un’ulteriore cassa di risonanza per la conoscenza per territorio. Questa bellezza parte dal Rione ma invade l’intera collina dell’arte, da Capodimonte al Rione Sanità, dove troviamo il Museo di Capodimonte, il Mann e le Catacombe di San Gennaro. Il frutto di questa collaborazione porta un beneficio immediato: turisti, miglioramento economico, attività commerciale, occupazione. In questo contesto poi c’è tutto il lavoro silente delle educative, nel tentativo di trasmettere ai bambini dei valori, l’importanza di stare insieme, di collaborare, e amare la lettura».
Quali titoli hanno segnato una svolta nella storia della casa editrice?
«Ad oggi abbiamo sei collane nel catalogo, la prima è “Le pietre scartate”, di cui fa parte “Vico esclamativo” e di recente “Amore senza lividi”, storie di violenza narrate da Chiara Nocchetti e Benedetta De Nicola. Abbiamo “I Ponti”, la collana d’arte, tra cui c’è il recente libro “Figlio velato”, l’opera di Jago esposta nella Basilica di San Severo. La collana “Azimut”, con le guide turistiche; I “Tascabili” diretta da Pier Luigi Razzano, che la mission di pubblicare testi dimenticati o mai pubblicati in italiano, inaugurata con “La mia Napoli”, di Domenico Rea. L’altra collana è “Attrezzi”, diretta da Francesco Izzo, che nasce con “Cultura e Sociale Muovono il Sud”, risultato di un convegno tenuto nel 2019. È il libro che ha sancito, attraverso questa ricerca fatta dall’Università Federico II e Luigi Vanvitelli, l’impatto economico generato dalle Catacombe di San Gennaro. Ha determinato che circa 160000 visitatori dal 2019 hanno riversato sul territorio della città 33 milioni di euro».
L’ultima collana nata è sVInCOLI.
«Sì. E devo dire che a volte la collana “sVInCOLI”, diretta da Angelo Petrella e con la quale abbiamo pubblicato Agnese Palumbo, Pier Luigi Razzano e Patrizia Rinaldi, Sala Bilotti e Diana Lama, è stata praticamente considerato un progetto politico. Gli svincoli rappresentano la possibilità di ribaltare un paradigma, che è quello di descrivere la città in modo negativo, per le logiche commerciali. Noi ci riconosciamo in altro, nella possibilità di dire: la città è piena di contraddizioni e complessità, esiste il degrado urbano, sociale, ma esistono anche tante cose belle, che devono essere raccontate. Noi raccontiamo entrambi gli aspetti. Far nascere la casa editrice qui è una sfida. Poter dire è la casa editrice del Rione Sanità, senza strumentalizzare il quartiere. Noi siamo il quartiere e diamo voce al quartiere».
Progetti futuri?
«Il 2022 sarà un anno importante. Perché ovviamente abbiamo i titoli della Collana “sVInCOLI”, però ci sarà Andrej Longo, con un progetto scritto a più mani con alcuni ragazzi del Rione. Probabilmente Alessio Arena pubblicherà con noi. Partirà inoltre anche il progetto Casa Dei Libri, un hub del libro, in cui troveranno posto una biblioteca sociale, per giovani e per bambini. Faremo dei corsi di editoria e storytelling, di alfabetizzazione digitale per gli anziani, perché la pandemia ha velocizzato il processo di digitalizzazione e gli anziani sono rimasti indietro. La casa Dei Libri è l’innovazione della casa editrice, provando a proiettarci in parte sul digitale, tuttavia, senza abbandonare la carta».
Quale responsabilità civile e morale quindi sente con la casa editrice?
Il forte senso di responsabilità è quello che anima la scelta di creare le condizioni di benessere del quartiere, partendo dal terzo settore, creando cooperative e imprese giovani. Quando hai la responsabilità dell’educazione dei bambini senti di poter cambiare il futuro della città, o dare un tuo contributo, facendo la tua parte.
Il Mattino