Pazza idea di candidare Armando Cesaro nel tentativo di pacificare Forza Italia dopo il tutti contro tutti degli ultimi giorni. Nel mirino, ormai da tempo, c'è la...
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I NODI
Da settimane Forza Italia si è arenata sulla questione delle liste. In ballo c'è soprattutto il collegio di Napoli dove Fi, al pari degli altri partiti della coalizione, ha più di qualche difficoltà a trovare nomi di peso da inserire in elenco. Attivissimo per risolvere la grana è stato Fulvio Martusciello. L'europarlamentare, vicino di scranno a Bruxelles di Silvio Berlusconi, ha provato prima a insistere per candidare come capolista Sergio Rastrelli figlio dell'ex governatore, Antonio e poi ha tentato di far candidare la sua pupilla, Annarita Patriarca. È sul nome dell'ex sindaca di Gragnano che è successo il putiferio nel partito campano. Ex moglie di un condannato per rapporti con i clan, il nome di Patriarca ha fatto infuriare l'attuale estabilishment regionale di Forza Italia. «Perché si sono chiesti i dirigenti campani si può candidare Patriarca mentre Armando Cesaro è stato costretto al passo indietro in seguito alle vicende giudiziarie che hanno riguardato il padre?». La questione ha assunto persino rilievo nazionale in Fi al punto da rendere necessario un vertice a Roma alla presenza del vicepresidente Antonio Tajani, incaricato di supervisionare le liste.
L'IDEA
Venisse candidata Annarita Patriarca si aprirebbe un altro fronte di scontro in Fi. A quel punto Armando Cesaro che nelle ultime settimane - in seguito ad una telefonata con Berlusconi aveva trovato almeno dieci nomi da inserire nelle liste campane potrebbe avviare la strategia del disimpegno: ritirare i propri candidati lasciando Fi con appena quattro o cinque nomi validi da presentare alle Regionali. L'unico modo si ragiona ora nel partito sarebbe provare a far indietreggiare Matteo Salvini dall'aut aut che aveva posto a Cesaro. Il primogenito dei Cesaro era stato infatti costretto a ritirarsi dopo i continui attacchi al vetriolo del leader della Lega che aveva chiesto «liste pulite». Per ora è solo un ragionamento e andrebbe pure verificato se dopo essere stato esposto al pubblico ludibrio Cesaro possa accettare. Eppure sarebbe l'unica strada per accontentare sia Martusciello, inserendo in lista Patriarca, sia il gotha del partito campano. Un modo per togliere mine dal campo di guerra che si è creato all'interno del partito azzurro.
L'AFFONDO
Intanto, mentre il partito prova a ricompattarsi, Stefano Caldoro continua la propria campagna elettorale rinvigorito dagli ultimi sondaggi che assegnano alla coalizione di centrodestra appena cinque punti di distacco da De Luca. Ed è il governatore l'obiettivo degli attacchi di Caldoro. «De Luca ha scritto ieri sui social network l'ex governatore - ha la doppia faccia della disgrazia e del fallimento. Con il governo Pd-M5S ha chiuso la Campania senza motivo. Così dicono le carte del Comitato tecnico scientifico finalmente rese pubbliche. Così ha avuto mano libera su soldi, appalti e voto di scambio. De Luca ha adottato misure addirittura più restrittive causando il fallimento di imprese e attività economiche, che adesso rischiano di cedere al potere di ricatto della camorra». I sondaggi configurano una rimonta, ma per accelerare servirà anche una schiarita in Forza Italia che può passare soltanto da una pacificazione tra De Siano e Martusciello. A spronare il partito in questo senso, ieri, è stato pure l'ex deputato del Pdl, Amedeo Laboccetta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino