Un patto di sangue tra i vertici del clan Lo Russo e gli scissionisti degli Amato-Pagano, un patto siglato anche dalla decisione del boss Cesare Pagano di diventare testimone di...
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Dieci anni dopo le condanne per killer e mandanti, al termine del primo grado di giudizio firmato dal gup Luana Romano: ergastolo per il presunto killer Oscar Pecorelli, alias 'o malom, per Antonio Esposito, per Giuseppe D'Ercole, alias 'o lione. Quest'ultimo aveva tentato il tutto per tutto, ammettendo di essere stato tra gli esecutori materiali del delitto, ovviamente guardandosi bene dall'accusare altri soggetti invischiati in questa vicenda;
è andata meglio per Cesare Pagano, che incassa una condanna a 18 anni e che aveva ammesso la propria responsabilità di mandante (seguendo una strategia dell'ammissione che sta andando avanti da qualche anno, tra alterne fortune processuali); mano dura anche per i pentiti, con la condanna a 14 anni per l'ex boss Antonio Lo Russo; e a 16 anni per l'altro pentito storico degli scissionisti Biagio Esposito.
Confermate le conclusioni investigative del pm anticamorra Enrica Parascandolo, (sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli), che aveva puntato l'indice contro l'alleanza tra i Lo Russo e gli scissionisti, un patto che provocò delitti e lupare bianche, sempre grazie al sistema dello scambio dei killer.
Una macchina da guerra sanguinaria, costruita grazie al giuramento dinanzi a un altare, poi suggellato da un regalo di circa 100mila euro dato da Cesare Pagano al fresco sposo Antonio Lo Russo, tra soldi sporchi di droga e orologi di valore offerti in regalo per l'alleanza tra vecchi e nuovi capi.
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Il Mattino