Nasce il primo locale per disabili da un'idea tutta napoletana

Nasce il primo locale per disabili da un'idea tutta napoletana
TORRE DEL GRECO. È tutta napoletana, vesuviana per la precisione, l'idea di creare un locale pensato tutto per persone disabili. E si concretizza a Bologna il progetto per...

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TORRE DEL GRECO. È tutta napoletana, vesuviana per la precisione, l'idea di creare un locale pensato tutto per persone disabili. E si concretizza a Bologna il progetto per uno spazio dedicato interamente a quanti sono affetti da deficit debilitanti: idea, direzione e gestione di due gemelle di Torre del Greco, Nunzia e Santa Vannuccini, promotrici e titolari de «l’Altro spazio», il locale, primo in assoluto del genere in Italia, inaugurato nei giorni scorsi a Bologna in via Nazario Sauro, a due passi da piazza Maggiore. E dietro al bancone speciale, alto 80 centimetri per consentire alle persone in carrozzella di ordinare e gustare da bere senza sforzi, la barista sulla sedia a rotelle, Manuela Migliaccio, è napoletana; così come il cuoco, ipovedente, e alcuni camerieri.






Un progetto ambizioso e dignitoso, senza precedenti nel paese, quello promosso dall’associazione «Farm», alla guida di Nunzia Vannuccini, 33enne di Torre del Greco, nata e cresciuta in viale Castelluccio, in pieno centro storico, e trasferitasi a Bologna nel 2001, seguita poi dalla gemella Santa. Il locale, sul modello europeo ma che non ha simili in Italia, risponde ai requisiti di «inclusione e accessibilità»: i menù sono disponibili anche in braille, ai non vedenti viene consegnata una mappa per potersi orientare autonomamente tra tavoli e sedie, tutti conoscono il linguaggio dei segni e l’arredamento è disposto in modo da favorire il passaggio e la circolazione.



«Ho realizzato un sogno che avevo da anni – dice Nunzia - ma che era difficile attuare in Italia, figuriamoci a Napoli!». Le gemelle, 33enni, figlie di commercianti torresi si sono trasferite a Bologna diversi anni fa: Nunzia nel 2001 per iniziare gli studi al Dams e Santa più tardi, dopo aver conseguito la laurea in lingue all’Orientale. Ultimati gli studi, per entrambe è stato difficile trovare lavoro anche nel capoluogo emiliano: «Io ho preso parte a diversi progetti per la riqualificazione urbana e l’abbattimento delle barriere architettoniche – spiega Nunzia – e mia sorella ha provato ad insegnare, ma è stato molto complicato». Poi quell’attenzione ai diversamente abili mai abbandonata: «L’interesse per i disabili – prosegue Nunzia - è nato semplicemente dal contatto diretto con loro: amici, amori che sono esattamente come noi, solo con diverse caratteristiche come chi ha gli occhi azzurri e chi neri. Creare uno spazio in cui convivano disabili e normodotati significa abbattere le barriere, anche ideali, che spesso si creano e rendere la convivenza una cosa ordinaria».



Diverse le iniziative che si svolgeranno nel locale e che rispondono a un progetto più alto di cultura e formazione. Fondamentale il contributo artistico di Jascha Blume, filmaker olandese, non udente, e di Santa Vannuccini che si occuperà de «l’Altra scuola», percorso educativo con corsi di lingua e linguaggio dei segni. Prevista la partecipazione di artisti internazionali, gli appuntamenti del «Verso 61», reading letterari organizzati, e al contempo una libreria dove leggere i testi dei poeti contemporanei.



«Il progetto è totalmente autofinanziato – spiega Santa – e le Istituzioni sono sorde a seri percorsi per l’abbattimento di barriere. Ciò che riconosco alla mia gemella è il coraggio che ha avuto di rischiare perché, se si aspettano i percorsi obbligati non si realizza mai nulla».
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Il Mattino