Condannato a Londra, lo studente napoletano ​si difende: «Non è stato stupro»

La condanna è per abusi sessuali nei confronti di una 23enne australiana. Sul banco degli imputati, F. O., 25enne napoletano e L. C., 26enne bolognese, descritti, nelle...

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La condanna è per abusi sessuali nei confronti di una 23enne australiana. Sul banco degli imputati, F. O., 25enne napoletano e L. C., 26enne bolognese, descritti, nelle aule dei tribunali britannici, come “rampolli di famiglie perbene”.


L’episodio al vaglio dei giudici del Regno Unito, risale alla notte tra il 25 e il 26 febbraio 2017. I due ragazzi, a Londra per perfezionare l’inglese, secondo quanto emerso nel processo, avrebbero violentato una ragazza ubriaca all’interno di uno stanzino di una discoteca a Soho. La sentenza non è ancora stata emessa dal giudice che si pronuncerà il primo di novembre ma, per il momento, la giuria popolare non ha avuto dubbi. Ieri mattina la condanna di primo grado stabilita dai giurati della corte di Isleworth: stupro. F. e L. potranno rimanere a Londra e proseguire gli studi, ma, da ieri, sono controllati con un braccialetto elettronico, in attesa della sentenza.

 
I due amici hanno incontrato la ragazza all’interno del Toy Room Club, un locale di tendenza. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’approccio da parte di entrambi i ragazzi nei confronti della giovane, sarebbe avvenuto sulla pista da ballo. Sempre secondo gli investigatori, la 23enne avrebbe mostrato segni di ubriachezza, arrivando persino a perdere l’equilibrio in pista. Successivamente, i ragazzi avrebbero condotto la giovane in uno stanzino della discoteca, rimanendovi circa un quarto d’ora. Per i poliziotti di Scotland Yard, durante la permanenza in quello stanzino, sarebbero avvenuti gli abusi sessuali. Poi la coppia di amici si sarebbe allontanata dal locale lasciando la presunta vittima dolorante e ubriaca nel locale. A quel punto, i ragazzi si sarebbero anche congratulati a vicenda scherzando tra loro mentre mimavano gesti sessuali e guardavano il video della scena ripreso dai loro cellulari. La ragazza che camminava a fatica e si trascinava in preda a forti dolori, giunta a casa sarebbe stata accompagnata in ospedale dalla sua coinquilina. La ragazza è stata subito sottoposta a un intervento chirurgico.

La ragazza ballava in maniera provocante, importunando i due amici che erano sulla pista. Poi, la conferma che fosse del tutto ubriaca. Queste sono solo alcune delle osservazioni emerse durante la difesa legale di F. O. da parte dell’avvocato Maurizio Capozzo che ha evidenziato l’assenza di violenza nei rapporti sessuali avvenuti tra i ragazzi rispetto ai quali la ragazza non si sarebbe tirata indietro. «L’accusa non riguarda l’assalto sessuale o le modalità violente che non sussistono - chiarisce Capozzo - ma l’assenza di consenso legata all’eccessivo stato di ubriachezza della 23enne che ha ammesso di aver bevuto dalle 11 del mattino 3 bottiglie di prosecco e vari drink fino alla sera».


Dal legale di O. si apprende che le indagini della polizia sono partite proprio dai medici dell’ospedale dove la ragazza negava di aver avuto rapporti sessuali perché non li ricordava. Successivamente, la polizia inglese ha identificato L. C., risalendo alla sua identità attraverso i documenti registrati nel locale dove invece non c’erano quelli di F., cliente abituale. Il 26enne bolognese ha trascorso una settimana in carcere come da procedura in Inghilterra, per poi essere rilasciato su cauzione. Ora per O. e C., studenti in Diritto internazionale e business management, la sentenza è prevista il primo di novembre.
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Il Mattino