Lorenzo, il creator napoletano che racconta il suo tumore in un podcast: «E ora vorrei ospitare Fedez»

Lorenzo, il creator napoletano che racconta il suo tumore in un podcast: «E ora vorrei ospitare Fedez»
Un linfoma scoperto per caso, durante una vacanza con gli amici a Budapest. Un fastidio insolito nella parte interna della coscia, i primi sentori negativi. Poi la conferma, dopo...

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Un linfoma scoperto per caso, durante una vacanza con gli amici a Budapest. Un fastidio insolito nella parte interna della coscia, i primi sentori negativi. Poi la conferma, dopo i primi controlli in ospedale. Lo scorso novembre Lorenzo Muto, ragazzo napoletano di 22 anni, content creator praticamente da tutta la vita e studente universitario di scienze della comunicazione all’Università Suor Orsola Benincasa, ha scoperto di avere un linfoma. Sarebbe uno shock per tutti, figuriamoci per un 22enne nel pieno delle forze. Stando ai numeri comunicati dall’Istituto Superiore di Sanità, Lorenzo fa parte dei circa 100 mila giovani italiani – tra i 15 e i 39 anni, su un totale di 21 milioni – che hanno contratto un tumore.

Lorenzo inizia così un lungo percorso, della durata di oltre sei mesi, fatto di giornate intere passate in casa, mattinate in ospedale, controlli continui e chemioterapie. La malattia lo rallenta, ma Lorenzo è un vulcano di vita e non si lascia abbattere. Così, decide di sfruttare le proprie conoscenze nel campo dei social e della comunicazione per lanciare un messaggio a chi fa i conti con questo male, esattamente come lui. Nasce #Ioneparlo, uno spazio ricavato proprio sui social in cui il ragazzo napoletano racconta il suo percorso, le sue giornate, anche i suoi momenti no: lo scopo è far sì che la malattia non sia più un qualcosa da nascondere, ma anzi da portare a galla per alleggerirla. 

Il “viaggio” di Lorenzo sta per concludersi con un ultimo progetto: “Ho perso i capelli ma non il sorriso”, un podcast in cui Lorenzo racconterà il suo ultimpo complicato anno a 360 gradi.   

«Il linfoma l’ho scoperto casualmente – racconta Lorenzo a Il Mattino -, ma quando mi sono accorto avere quella massa nella gamba in cuor mio ho capito che c’era qualcosa che non andava. Me lo sentivo. Quando sono tornato a Napoli per i controlli non ho compreso sin da subito l’entità del problema. Non mi sono abbattuto quando mi hanno confermato che era un tumore, tranne quando ho sentito per la prima volta la parola “chemio” pronunciata dai dottori. Persone a me vicine hanno trattato tumori in passato, quindi me la sono immaginata come un qualcosa di molto pesante e faticoso da affrontare. Io ho voluto farlo col sorriso: in questo modo ne ho sentito il peso in maniera minore, ho capito che c’era chi se la passava peggio di me anche nei miei momenti più duri». 

Tra Instagram e Tik Tok, Lorenzo vanta quasi 20 mila follower. L’impatto sul proprio pubblico è stato considerevole: «Mi piacciono da sempre i social, lì ho affrontato in maniera ironica tutte le disavventure che vivevo anche prima della malattia. Mi sono reso conto che molte persone hanno vergogna e paura di raccontare queste cose alla propria famiglia, figuriamoci se si ha il coraggio di farlo su un social network. Così ho deciso di parlare apertamente della mia malattia attraverso i miei profili, per dare la forza di farlo a chi fino a oggi è rimasto in silenzio. La mia iniziativa ha avuto un impatto positivo, per fortuna: tanti giovani mi hanno scritto per ringraziarmi e per dirmi che ero stato un “esempio” per loro. Lo rifarei altre mille volte e sono sempre più convinto che di una malattia come la mia se ne dovrebbe parlare ancora di più, affinchè questa diventi una cosa normale». 

Complimenti, feedback positivi, ringraziamenti. Ma non solo. I post di Lorenzo hanno raccolto anche commenti negativi, scritti dai soliti leoni da tastiera che come spesso accade si nascondo dietro profili vuoti: «I social sono fatti così: se ti esponi, devi essere pronto a beccarti anche le offese. Mi era già capitato in passato, per il mio modo di ironizzare tutto. Ho sempre affrontato questi personaggi alla grande, non mi sono mai fatto intimidire o scoraggiare da un paio di leoni da tastiera. Mi sconvolge però il fatto che nel 2022 una persona possa essere criticata per aver parlato della propria malattia sui social, accusandomi di cercare “pubblicità”. Altra cosa che andrebbe normalizzata: la calvizie derivante da chemioterapia. Sarebbe anche ora».

In un presente così complicato per la sanità in Campania, il creator napoletano ha dovuto affrontare non pochi grattacapi. «Il roblema principale che ho dovuto affrontare è la burocrazia – continua Lorenzo -, ma credo sia una questione che riguarda l’Italia intera e non solo Napoli. Tutto deve passare per “carte e cartuscelle”, come si dice da noi. Ricordo che al tempo dei primi ricoveri dovevo farmi un tampone anche prima di entrare in day hospital, e doveva essere molecolare. Il tutto a mie spese: a conti fatti, tutti i tamponi obbligatori che ho dovuto effettuare mi sono venuti a costare un bel po’. Per quanto riguarda il livello dei medici e degli infermieri, ho notato una grande professionalità. Nell’ambito delle cure oncologiche ho riscontrato una sanità molto preparata». 

Quindi, l’ultima idea: il podcast. «”Ho perso i capelli ma non il sorriso” è una sorta di conclusione del “viaggio” che ho intrapreso con #Ioneparlo, iniziato con un intervento al programma su Rai 3 “Che succede”. Così ho deciso di raccontare in maniera simpatica e leggera le tappe che ho vissuto e come cambia il mondo di chi deve affrontare un tumore. Il mio obiettivo ultimo è lo stesso da mesi: invitare le persone a lanciare un messaggio di positività. L’idea è nata il giorno in cui Fedez ha rivelato sua malattia sui social: il progetto ce lo avevo in mete già da un mese, così quella è stata la scintilla che mi ha convinto definitivamente. Ora mi piacerebbe ospitare il rapper in una puntata speicale del mio podcast, per lanciare assieme questo messaggio. Sarebbe bello essere accompagnato in questa “avventura” da una persona così conosciuta, le cui parole possono arrivare davvero ovunque». “Ho perso i capelli ma non il sorriso” uscirà in sei puntate, tre alla volta in due appuntamenti, di cui il primo mercoledi 6 luglio su tutte le piattaforme podcast. E ora Fedez dovrà per forza rispondere presente a una così nobile iniziativa.

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Il Mattino