Luciano De Crescenzo a un anno dalla scomparsa, la figlia Paola e Renzo Arbore: «Era un napoletano eccellente»

Luciano De Crescenzo a un anno dalla scomparsa, la figlia Paola e Renzo Arbore: «Era un napoletano eccellente»
«Continuano a scrivere e ad inviare attestati d'affetto e questo mi riempie di gioia, perchè è come se ci fosse un pezzetto di mio padre in ogni...

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«Continuano a scrivere e ad inviare attestati d'affetto e questo mi riempie di gioia, perchè è come se ci fosse un pezzetto di mio padre in ogni persona». A dirlo è Paola De Crescenzo, ad un anno di distanza dalla scomparsa del padre Luciano. Il filosofo, l'artista, il regista che ancora oggi viene celebrato come uno dei simboli più noti ed amati della città. Un'icona di Napoli e di quel popolo d'amore che è stato sempre al centro delle sue narrazioni. 

 
«Questa è una realtà bellissima – continua – e questo dimostra quanto abbia vissuto in “larghezza” ed in “lunghezza” i suoi anni. Io credo che il ricordo più bello che ho è il nostro rapporto in generale. Eravamo complici e questo mi fa vivere la sofferenza che provo, con consapevolezza ed affetto perchè è come se fosse ancora qui con me. C'è sempre l'occasione per parlare di lui e questa è per me una cosa positiva che mi consente di alleggerire un po' il dolore per la sua mancanza».

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Un ricordo commosso e ricco d'amore quello della figlia Paola che ancora adesso, racconta di sentire suo padre vicino. Ma c'è chi – come l'amico Renzo Arbore – pone l'accento sulla personalità buona e gioiosa di un personaggio che ha descritto Napoli, in maniera reale e senza luoghi comuni.
 


«Era un napoletano eccellente – racconta Arbore – e senza difetti. Un uomo che aveva la bontà come sua caratteristica principale. In tanti anni di amicizia non abbiamo mai litigato, pur avendo fatto due film ed un programma insieme. Con lui era impossibile avere un diverbio perchè conosceva la vita ed accettava i pareri di tutti. Anche quelli contrari. La sua Napoli è una città vivibilissima ed un vero tesoro di creatività, di libertà, di amore e di cultura. Spesso – dicendo questo – passavamo per essere retorici ma noi ci scherzavamo sopra. Perchè la Napoli “da cartolina” di cui parlavamo è la Napoli reale ed è la città di Luciano. Quella della tradizione e della storia che va oltre ogni stereotipo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino