Napoli, Ospedale Cotugno: «Nessuna formazione per gli angeli del Covid»

Le parole del segretario generale Luigi D’Emilio

Personale dell'Ospedale Domenico Cotugno di Napoli.
Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica di Napoli, non usa giri di parole per attaccare frontalmente la direzione strategica del ospedale, la direzione generale...

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Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica di Napoli, non usa giri di parole per attaccare frontalmente la direzione strategica del ospedale, la direzione generale della Tutela della Salute della Regione e il Comitato di Coordinamento per le attività di contrasto all’Aids.

«Durante l’emergenza Covid gli aggettivi si erano sprecati. Eroi, addirittura angeli, e il loro ospedale veniva indicato come il migliore in Italia per organizzazione e qualità del servizio offerto. Addirittura nel Regno Unito il Cotugno era portato ad esempio di eccellenza nella straordinaria cura dei malati, anche per l’assenza di conseguenza in termini di contagio per gli operatori. Nonostante questo, gli addetti non solo non hanno ricevuto alcun premio, ma ora tanti di loro non vengono più nemmeno formati, nonostante ci sia un obbligo di legge. Con un danno enorme per l’ulteriore crescita della professionalità e la beffa di essere additati ad inadempienti e non godere di alcuna protezione assicurativa. E’ incredibile quello che accade nella nostra sanità!».

Continua il segretario generale : «C’è  un silenzio inquietante sul percorso di formazione. L’azienda su nostra richiesta ci scrive di aver individuato il personale, ma, da notizie diffuse nella struttura, sembrerebbe solo quello che lavora in alcuni reparti. Se così fosse, ci troveremmo di fronte ad un gravissimo inadempimento perché la legge 135 del 1990 statuisce espressamente che nel processo di aggiornamento devono essere coinvolti tutti coloro che operano nei reparti di malattie infettive. Sarebbe paradossale che proprio nell’ospedale di rilievo europeo in questo campo non venisse data priorità alla formazione generalizzata per chi cura le varie tipologie di infezioni”.

La Cisl ricorda che la vicenda viene da lontano. «Dopo un periodo di stasi dovuto alla priorità di combattere il virus – racconta D’Emilio – ci saremmo aspettati una ripresa immediata del percorso, assolutamente centrale per continuare a specializzare il personale ed a renderlo sempre più un riferimento in tutto il mondo. Ma ad oggi non sappiamo chi, come, dove e quando avrà questa possibilità. I livelli istituzionali competenti fanno a scaricabarile tra di loro, e dal Comitato non arrivano notizie sul versante del controllo e delle verifiche. Vogliamo certezze e chiarezza per tutti. Ci manca solo che gli operatori vengano ritenuti non rispettosi della normativa in vigore e responsabili di non offrire l’assistenza migliore. Siamo preoccupati, perché in Campania è possibile anche questo!».

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Il Mattino