Bocciato il corno, l'unica attrazione del lungomare resta per il momento il “fico di scoglio”. Un boschetto nato e cresciuto sugli scogli di via Caracciolo, a...
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Il “fico” è figlio del degrado, dell'incuria. Nato grazie a tutta la “munnezza” che intasa gli scogli. Buste di plastica, lattine e bottiglie di birra, residui di cipster e patatine, coni gelati e altri rifiuti che, compattati dal vento, fermentati dal sole e dalla pioggia, sono diventati terreno e fertilizzanti.
C'è tutta la “munnezza” possibile sugli scogli del lungomare più bello del mondo. Il “fico” non è l'unica isola verde del lungomare: altri alberelli, figli dei rifiuti, spuntano sui parapetti. E sulle strisce di sabbia, da piazza Vittoria a Mergellina, dove gli scogli non sono poggiati ai parapetti e il mare non riesce a filtrare, sono fiorite margheritine, canne ed erbette. Un prato buono a far pascolare le capre che lievita pari alla nostra vergogna. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino