Espulso, diffidato dall'uso del simbolo dei 5 Stelle e denunciato per danno d'immagine da Luigi Di Maio in quanto massone. E contemporaneamente nominato come avvocato...
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È una storia molto contorta, quella di Catello Vitiello. Presentato con grande enfasi come l'esempio di apertura dei 5 Stelle alla società civile, l'avvocato penalista, dopo un'inchiesta del Mattino, è risultato un «oratore» della loggia napoletana La Sfinge, che aderisce al Grande Oriente. Per questo era esplosa contro di lui tutta la rabbia dei Pentastellati: espulso subito, diffidato dall'uso del simbolo e oggetto di una denuncia per danno d'immagine da Di Maio. «Per quanto ci riguarda è una persona che non ci aveva detto di far parte di una loggia massonica e per questa ragione non può stare nel movimento - diceva il 12 febbraio il leader a 5 Stelle - Gli abbiamo inibito lutilizzo del simbolo e quindi per lui è game over».
Tuttavia il giorno dopo, il 13 febbraio, Vitiello è stato nominato avvocato di fiducia di Dario De Falco, vero braccio destro di Di Maio con cui si conosce dai tempi del liceo, tesoriere del comitato elettorale del leader del Movimento, uno di quelli che ha deciso chi si poteva candidare alle parlamentarie e chi sarebbe stato il prescelto per i collegi uninominali, pasdaran contro i privilegi della casta. Un corto circuito, quello grillino.
De Falco, infatti, è stato colpito da un decreto penale di condanna con il pagamento di settemila euro di ammenda. Come consigliere comunale di Pomigliano aveva pubblicato un video su facebook con cui accusava la società Tmp, che nel Comune ha in gestione il servizio di bykesharing e che aveva denunciato il furto di numerose biciclette, di aver simulato il furto dei mezzi per utilizzarli per altri servizi, in particolare per gli ausiliari del traffico che gestiscono le strisce blu. «La mia società è stata diffamata in modo pesante - dice l'imprenditore della Tmp, Giuseppe Morelli - perché il video è stato visto e condiviso migliaia di volte. Per questo mi sono rivolto alla magistratura perché fosse rettificata una notizia falsa che mi penalizza nel mio lavoro dando incarico al mio avvocato di fiducia, Gianni Scarpato».
Per il pm le notizie di De Falco erano palesemente false, tanto da condannarlo con decreto penale. A cui il consigliere comunale ha fatto, legittimamente, opposizione il 13 febbraio scorso. Nominando come proprio avvocato proprio il Catello Vitiello tanto aborrito dai 5 Stelle e indicato da Di Maio come uno dei «furbi e massoni contro cui ci sarebbe stata una linea dura: «Chi ha mentito a me e agli elettori - diceva venerdì scorso il leader pentastellato - non la passerà liscia».
Evidentemente Vitiello non si è spaventato. Probabilmente pensando di avere le spalle coperte. Tanto che ieri è tornato a ripetere: ««Non ritiro la mia candidatura e continuo a usare il simbolo perché sono un candidato del Movimento. Come immaginavo che i 5 Stelle, che usano la piattaforma Rousseau, uno dei padri della massoneria moderna, fossero contrari alla massoneria? Mi hanno candidato perché ho un curriculum che parla per me. Non vedo come questo sgambetto possa cambiare le carte in tavola».
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Il Mattino