M5S, rabbia nella Pomigliano di Di Maio: «A Roma per far sentire la nostra voce»

M5S, rabbia nella Pomigliano di Di Maio: «A Roma per far sentire la nostra voce»
C'è rabbia, delusione, senso di impotenza contro «i poteri forti, che non hanno consentito il cambiamento», tra i cittadini attivisti del Movimento 5 stelle...

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C'è rabbia, delusione, senso di impotenza contro «i poteri forti, che non hanno consentito il cambiamento», tra i cittadini attivisti del Movimento 5 stelle di Pomigliano d'Arco, città di Luigi Di Maio. I cittadini a 5 stelle dicono di sentirsi «delusi» dalle scelte di Mattarella. A Pomigliano è scomparsa l'aria di festa del dopo-voto, l'euforia ha lasciato posto alla delusione ed alla rabbia, e la maggior parte delle persone punta il dito contro il no del capo dello Stato. «Dobbiamo andare a Roma a far sentire la nostra voce - spiega Antonio, 25 anni, disoccupato - non è possibile che a decidere per noi siano stati i tedeschi, e che quello che dovrebbe essere il nostro presidente si sia piegato ai voleri dell'Europa».


«Quello non è più il mio presidente - gli fa eco Maria, casalinga - sono delusa. Ho votato per i 5 Stelle, ed ho sperato nel contratto del cambiamento. Ma oggi mi sento svuotata di tutti i diritti. Mattarella ha dimostrato una sudditanza non al nostro popolo, ma all'eurozona, mettendo la vita dei nostri figli in secondo piano». C'è anche chi i figli ce li ha in Germania, come Annarita. «Giovanni, il più grande - afferma la donna - mi ha chiamata ieri sera chiedendomi cosa facevamo a casa, perchè non eravamo in piazza a protestare. Anche lui sperava in questo cambiamento, come tanti suoi amici che sono lì: un cambiamento per questo Paese che li ha costretti ad emigrare». Pochi quelli che credono che sia «colpa della Lega» se il Governo Conte non ha visto l'alba. «È stato tutto un disegno - dice Raffaele - Salvini è complice, poteva fare un passo indietro. Lui e Berlusconi hanno fatto in modo che questo Governo non nascesse per far fuori il Movimento 5 stelle, un vero complotto».


A prescindere dalle ipotesi, però, il popolo di Di Maio non ha intenzione di abbandonare il proprio leader, e molti sono stati i cittadini che hanno chiesto ai propri rappresentanti in Consiglio comunale, di far arrivare a «Luigi la vicinanza di Pomigliano». Dario De Falco, amico inseparabile di Di Maio dai tempi della scuola, ha subito criticato la scelta di Mattarella, sottolineando di essere rimasto «sbalordito dalle parole del presidente». «Non ho mai pensato che potesse mettersi contro la volontà popolare - ha detto - e ascoltandolo ho subito immaginato che è l'ultimo baluardo dei tecnocrati europei. La nostra è stata una lunga marcia per una democrazia partecipata, corrispondente al volere della gente. Il Movimento ha lavorato sodo per far nascere il Governo, e non credo al 'complottò di Salvini: ha lavorato con noi, per giorni, per arrivare al contratto finale. Arrivare a questo punto, e sentire poi Mattarella che ci impedisce di fare un Governo, mi ha fatto capire che lui è l'ultimo ostacolo da superare. Dovrà rispondere delle proprie azioni nelle sedi opportune». 
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Il Mattino