Puntano ad acquisire la concessione, il documento che da qualche anno tiene collegati il Comune di Napoli e la società Ippodromi, che gestisce l’impianto di Agnano....
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Un fascicolo al momento contro ignoti, anche se è logico pensare che nelle prossime ore ci saranno le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Una svolta a garanzia di tutti, per consentire alle persone coinvolte di nominare consulenti e periti in vista di un probabile processo. Tutto ruota attorno alla concessione, al testo grazie al quale la società Ippodromi partenopei può gestire un pezzo di struttura comunale. Tutto sta a capire cosa viene specificato a proposito di quelle centinaia di fusti che adornano l’ippodromo di Agnano, dove ogni settimana si tiene un mercatino aperto a tutti. Come è noto, la società Ippodromi affida alla associazione «Mercante in fiera» l’allestimento di una sorta di show room all’aperto. Difficile immaginare che l’associazione si sia presa l’onere di curare l’arredo interno, a cominciare da quei fusti che da tempo abbelliscono l’area all’interno del recinto che ospita le gare di cavalli.
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Inchiesta condotta dai pm Liana Esposito e Lucio Giugliano, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Simona Di Monte, in una vicenda che ha visto operativo, sin dalle primissime ore dopo l’incidente, un magistrato esperto del calibro di Nunzio Fragliasso.
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Responsabilità colpose, dunque, dietro la morte di un commerciante onesto, un marocchino da anni residente a Maddaloni, da tutti conosciuto e stimato per la compravendita di oggetti usati. Decisivi a questo punto alcuni passaggi istruttori: l’autopsia sul corpo della vittima, ma anche un’analisi del tronco killer; poi dovranno essere ascoltati i due soccorritori che, sin dalle primissime fasi successive l’incidente, hanno fatto di tutto per tenere in vita il commerciante. Ma restiamo alla consulenza botanica. Quanti anni aveva il tronco spezzato? Che tipo di trattamento aveva ricevuto? Ed esiste una manutenzione delle centinaia di esemplari all’interno dell’ippodromo di Agnano?
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Stando a quanto trapelato fino a questo momento, l’albero non aveva destato particolari segnali di allarme, anche se occorrerà attendere la valutazione di un esperto per stabilire se fosse corroso all’interno da qualche virus. Fatte le prime iscrizioni nel registro degli indagati, ci vorranno mesi per avere risposte definitive. Più o meno lo stesso scenario investigativo legato alla morte di Davide Natale, studente di Ingegneria, travolto da un albero a ottobre del 2018, in una giornata di vento fortissimo. Anche in questo caso, la Procura ipotizza il reato di omicidio colposo e le indagini quasi concluse. Si attendono le notifiche degli avvisi di chiusa inchiesta, in vista di un processo, quando sarà il giudice a doversi esprimere sulla morte di un giovane studente.
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Processi lenti e costosi, di difficile definizione, come ricordano vicende analoghe. Ricordate il caso della morte di Fabiola Di Capua (anno 2006) stroncata da un palo della corrente in via Caracciolo? E il dramma di Salvatore Giordano, ucciso dal crollo di pietre dalla facciata della Galleria Umberto (anno 2014)? Nel primo caso, la prescrizione si è abbattuta sulle accuse mosse ad alcuni tecnici comunali; nel secondo si attende la prossima udienza il 20 gennaio, quando sarà ascoltato il consigliere comunale Vincenzo Moretto (su richiesta del difensore di parte civile Sergio Pisani), titolare di una denuncia sul pericolo crolli rimasta puntualmente inascoltata.
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Il Mattino