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Imponente quanto vulnerabile, il Vesuvio resta off limits per i danni al Gran Cono causati dai nubifragi delle scorse settimane e si appresta a resistere - con non poche tensioni - all'allerta meteo arancione prevista per oggi.
Frane, smottamenti, crollo di costoni e trasporto a valle di fango e detriti sono tra i rischi che il vulcano corre ogni volta che ci sono potenti temporali, sia per la sua conformazione geo-morfologica sia per gli effetti dei roghi del 2017 che hanno reso più friabile il terreno e cancellato gran parte della vegetazione che alle pendici fungeva da «paravento» contro le violente piogge. Il potente nubifragio dello scorso 4 novembre ha danneggiato in maniera seria il Gran Cono (sentiero numero 5), che è chiuso da allora per motivi di sicurezza. In quell'occasione oltre a franare il cratere, in particolare nel terzo tornante dopo i tornelli quasi in cima, sono crollate anche le staccionate e il percorso è stato invaso da fango e detriti. Dopo un sopralluogo dell'Ente parco nazionale del Vesuvio con gli operai del comando carabinieri reparto Biodiversità di Caserta, agli ordini del colonnello Michele Capasso, e il sussidio di un drone si è scoperto che le criticità erano maggiori di quanto di immaginasse. Così sono stati programmati e attuati tempestivamente interventi mirati, ad opera dei forestali e della ditta incaricata dall'Ente parco, e da allora il cratere resta chiuso.
«Al fine di garantire l'accesso al cratere in totale sicurezza - ha fatto sapere nei giorni scorsi l'Ente parco - si rendono necessarie ulteriori verifiche sui fenomeni di dissesto in atto.
Alcuni solchi in cima al Vesuvio sono stati accentuati dalle ultime bombe d'acqua e sono visibili a occhio nudo. «Siamo a buon punto con i lavori di ripristino del sentiero - ha detto ieri il presidente dell'Ente parco, Agostino Casillo - che abbiamo effettuato tempestivamente. Dobbiamo sperare che l'allerta meteo prevista per domani (ogg, ndr) non causi eventuali danni. Per questo motivo effettueremo un sopralluogo domani per decidere la riapertura. È solo questione di giorni. Dobbiamo constatare, purtroppo, che i cambiamenti climatici stanno scatenando eventi sempre più violenti e catastrofici che non possono essere gestiti e di cui il Vesuvio non è immune».
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