Mamma morta dopo il parto, la rabbia di duecento persone ai funerali nel Vesuviano

Le parole di Eros Ramazzotti e della sua "E' per te" per l'ultimo saluto ad Alessandra
Trecase. E’ per te questo bacio nel vento te lo manderò lì con almeno altri cento». La bara ha appena varcato la soglia di uscita della parrocchia di...

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Trecase. E’ per te questo bacio nel vento te lo manderò lì con almeno altri cento». La bara ha appena varcato la soglia di uscita della parrocchia di Sant’Antonio di Trecase, per intraprendere l’ultimo viaggio verso il cimitero. Luigi ed Alessandra, mentre salgono in cielo centinaia di palloncini bianchi, si salutano così, sulle note della canzone di Eros Ramazzotti, «E’ per te», quella canzone che per anni ha rappresentato la colonna sonora del loro amore. Un amore spezzato nella maniera più crudele.


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Una morte assurda che grida vendetta. Una morte giunta nello stesso istante in cui nasce la vita. Quella della figlia, quella bimba sempre desiderata dalla coppia dopo i due figli maschi. Alessandra, ha avuto soltanto il tempo di emozionarsi alla vista della bimba. Poi, si è sentita male. E non c’è stato nulla da fare. Commozione mista a rabbia, quella che si respirava ieri pomeriggio nella parrocchia del comune vesuviano, affollata da oltre duecento persone per l’ultimo saluto alla giovane di Torre Annunziata.


Una parrocchia che ha visto crescere i due giovani, accompagnati nel loro cammino spirituale dalla cresima al matrimonio. «Non dimenticheremo mai il tuo sorriso». Il volto della giovane mamma sulle maglie confezionate dalle amiche di una vita. «E’ assurdo - dice una giovane all’esterno  mentre tenta di farsi largo per entrare nella affollatissima parrocchia. - Io ho partorito da poco, e non faccio altro che pensare a questa terribile tragedia. Ora – continua- bisogna fare di tutto per sapere la verità”. Verità che potrebbe arrivare soltanto quando sarà reso noto l’esito dell’autopsia effettuata due giorni fa all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia: Don Giuseppe Cesarino, ed io- dice il giovane parroco Don Federico Battaglia - abbiamo celebrato insieme per accompagnare questi ragazzi esattamente come abbiamo fatto nel loro cammino di fede. Dal matrimonio al battesimo alla comunione dei figli, li abbiamo accompagnati sempre. Alessandra portava il secondo figlio all’azione cattolica. Persone che vivevano molto questa parrocchia. Il dolore è tanto. Ai medici? La possibilità di morire di parto – dice - è prevista dalla statistica, ma sarebbe assurdo appellarci ad una probabilità statistica. Perché è un calcolo. Il problema – attacca- è che non si tratta della prima volta!.. Il futuro di questa famiglia? Lancio – continua Don Federico - un appello alla comunità: è impossibile sostituire una madre, ma abbiamo tutti il dovere di una maternità sussidiaria. Ciascuno con vicinanza deve fare in modo che quei bambini diventino tutti figli nostri». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino