Elezioni, De Luca all'attacco del Pd: «Troppi errori gravi», ma è polemica

Elezioni, De Luca all'attacco del Pd: «Troppi errori gravi», ma è polemica
«Il Pd ha commesso errori gravi, ed ha pagato». E ancora: «La condizione del Pd in molte parti del Paese è un'aggregazione di notabili. Doppio danno:...

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«Il Pd ha commesso errori gravi, ed ha pagato». E ancora: «La condizione del Pd in molte parti del Paese è un'aggregazione di notabili. Doppio danno: un mondo chiuso di partito senza esser partito». A tre giorni dalla batosta elettorale democrat e dopo la pausa della campagna elettorale in cui l'unico bersaglio sono stati i grillini, il governatore De Luca riprende il tono dei suoi soliti attacchi. La semiotica delle «anime morte» del suo partito e del «Pd del niente» su cui insiste da anni. Non una parola sul risultato campano, 7 punti sotto la media nazionale, ma un discorso generale sullo stato del partito dopo la vittoria grillino-leghista.


«Il Pd non ha saputo parlare alla pancia del Paese con un programma di 100 punti e non con argomenti vicino ai territori come la sicurezza ed il reddito di cittadinanza. Se si passa - spiega durante la trasmissione a Testa alta sull'emittente Tv Luna - dal 41 per cento delle Europee alla metà di quei voti, è perché non si sono sapute concretizzare quelle speranze dei cittadini. Ma questo vuol dire anche che in Italia il ciclo politico ora dura poco e vale per tutti: se non sei capace di raccogliere i sentimenti delle persone perdi i voti». Una disfatta tutta altrove, quindi. Solo ai piani alti del Nazareno. «In tante realtà il Pd rischia di essere una forza di testimonianza. Quando il 90 per cento o l'87 per cento di cittadini votano da un'altra parte, vuol dire - aggiunge il governatore - che c'è un problema di radicamento sul territorio».
 
Ragionamenti che creano più di qualche malumore tra i democrat napoletani alle prese con una disfatta enorme. Tra una pattuglia di parlamentari ridotta all'osso e con in vista la resa dei conti per il congresso regionale. Nessuno vuol mettere benzina sul fuoco né si ha voglia di parlarne a voce alta ma si respira un certo imbarazzo: con un segretario regionale dimissionario (nella direzione prevista il 16 marzo) «ci si attendevano altri toni». O comunque non una presa di distanza netta senza assumersi un minimo di responsabilità. Senza contare come domani è stata convocata una direzione provinciale per fare un'analisi sul voto. Dove però verrà anche presentato, come in tutta Italia, un documento congiunto (da parte delle mozioni di minoranza) per chiedere che Matteo Renzi lasci subito la segreteria del partito, rendendo immediatamente effettive le sue dimissioni. Insomma l'aria è già infuocata.

«La decisione di tenere la prossima direzione metropolitana in forma allargata, ovvero anche con la partecipazione di tutti i candidati, dei nostri sindaci e dei segretari dei circoli metropolitani, deriva dalla necessità di dare luogo subito ad una riflessione sugli esiti di queste politiche», spiega il segretario del Pd metropolitano Massimo Costa che precisa: «Sia chiaro non si tratterà di una resa dei conti». Sarà ma si respira già quest'aria in vista del congresso regionale dove si è fatta avanti (dopo le autocandidature a sindaco e primarie varie) l'ex senatrice Graziella Pagano.

«La mazzata è stata talmente forte che non è possibile trovare responsabili o nomi da mettere al palo. Quindi - ragiona il presidente del Pd metropolitano Tommaso Ederoclite - il partito ora deve capire, e il congresso regionale deve avere solo questo scopo, comprendere cosa è successo e tracciare subito una linea, e non deve essere la solita corsa tra le componenti», ripete fiutando l'aria che tira. «Perché - continua - se succede di nuovo questo vuol dire che non abbiamo capito nulla e saremo nuovamente destinati a soccombere. Un congresso regionale deve avere questo obiettivo: rinnovare e rilanciare la comunità del Partito democratico, che oggi è in ginocchio, sfilacciata, rancorosa. Se vuoi davvero comprendere l'elettorato e i suoi bisogni devi iniziare dalla tua organizzazione».


Ma Ederoclite ha l'onestà di fare un mea culpa: «In Campania il Pd è stato purtroppo bersagliato e rappresentato come una organizzazione elitaria, chiusa, familistica. È questa la sensazione che diamo, pur avendo i nostri difetti posso dire con forza che il Pd Campania ha qualità da vendere ma che non riusciamo ad esprimere. Prima ci liberiamo di questa rappresentazione e prima potremmo tornare a proporci tra le persone con credibilità e autorevolezza». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino