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Da oggi è un vero museo quello che Massimo Vignati ha allestito con i cimeli di Diego Armando Maradona. Una “cattedrale del Dio del calcio”, come lui stesso la definisce, e che ci mostra con la voce tremante e le lacrime agli occhi. Un luogo dove si percepisce tutta la sacralità e l'emozione di una famiglia che, da quarant'anni, ha vive nel ricordo e nelle immagini di Diego. Il padre Saverio era il custode dello stadio San Paolo e la madre Lucia svolse per sette anni il ruolo di governante in casa Maradona. Una vita passata con il pibe de oro che poco alla volta, regalava ai coniugi Vignati un pallone, un paio di scarpini, tute e magliette che oggi hanno un valore inestimabile.
«C'è tutto di Diego – afferma Massimo – in queste quattro mura.
Un obiettivo da raggiungere tutti i giorni e che passa per la beneficenza che lo stesso Diego faceva ogni volta che ne aveva la possibilità. «Abbiamo messo insieme questi cimeli – ricorda Massimo – perchè volevamo fare qualcosa per i bambini malati di cancro. Per questo continuiamo a raccogliere fondi con la nostra associazione e da oggi lo faremo nel nome di Diego. Gli oggetti che sono qui valgono tanto, ma la cosa più importante è che rappresentano l'animo di una persona buona. Maradona era questo. Era un ragazzo pronto ad aiutare gli altri e che viveva per fare del bene. Speriamo che presto questo museo possa essere un vero punto di riferimento per i tifosi di Diego e che possa rappresentare quanto di bello è stato fatto per la nostra città, dal più grande giocatore di tutti i tempi».
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Il Mattino