Statua di Maradona a Napoli, blitz al Comune: la Procura indaga su pressioni ultrà

Statua di Maradona a Napoli, blitz al Comune: la Procura indaga su pressioni ultrà
Prima ancora di nascere e di essere allestita in città, finisce al centro di una verifica giudiziaria. Parliamo della statua di Maradona, o meglio, della manifestazione di...

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Prima ancora di nascere e di essere allestita in città, finisce al centro di una verifica giudiziaria. Parliamo della statua di Maradona, o meglio, della manifestazione di interesse lanciata dal Comune di Napoli per raccogliere idee e progetti per la realizzazione di un monumento - una statua, appunto - per ricordare il fuoriclasse scomparso lo scorso novembre. Un’iniziativa su cui la Procura di Napoli ha deciso di accendere i propri riflettori, tanto da inviare la Digos negli uffici del Comune di Napoli, per acquisire carte e documenti legati al progetto in memoria del 10 argentino.

Ma qual è il punto? Cosa spinge la Procura di Napoli ad andare a fondo in questa storia? Verifiche in corso, c’è un retroscena. Stando a quanto emerso finora, si parte dall’inchiesta degli scontri dello scorso 23 ottobre. Ricordate cosa accadde in via Santa Lucia? Tafferugli, aggressioni organizzate contro la polizia messa a presidio della sede della Regione, poche ore dopo la decisione di varare una sorta di coprifuoco contro il dilagare dei contagi. Una manifestazione nata sull’onda del dissenso dei commercianti, poi monopolizzata da professionisti della guerriglia urbana e degli assalti alle forze dell’ordine: c’erano centri sociali, ma anche esponenti della camorra e teppisti da stadio. Hooligans, gente esperta nelle rappresaglie, nelle pressioni contro le forze dell’ordine. Tre mesi dopo, nell’ambito di un filone a parte, arriva il blitz a Palazzo San Giacomo. Inchiesta condotta da un pool di magistrati che in passato si è occupato della galassia ultrà a Napoli, torniamo al blitz di ieri mattina. 

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In campo gli uomini della Digos del primo dirigente Antonio Bocelli, acquisite le carte legate alla composizione della commissione nata per formulare la manifestazione di interesse e per valutare le singole proposte. In queste ore la scadenza del bando, in un progetto nato per unire sullo stesso tavolo l’interesse pubblico (la creazione della statua di Maradona) con gli apporti dei privati, fosse anche un semplice azionariato popolare. Sempre in quest’ottica, l’idea del Comune di Napoli era di mettere a disposizione un codice iban per consentire a tutti i tifosi, o degli interessati alla materia, di partecipare - fosse anche con cinquanta centesimi - alla raccolta di fondi per finanziare i progetto. 

Uno scenario nel quale la Procura di Napoli punta a usare il bisturi. E a dividere gli ambiti di competenza, a partire da una serie di domande: quali sono i criteri dietro la formazione della commissione? Ci sono state pressioni da parte del mondo ultrà su questo progetto? Verifiche in corso, che potrebbero spingere - di qui ai prossimi giorni - anche a convocare assessori allo sport e alla cultura, come Borriello e De Majo

Galassia ultra nel mirino della Procura di Napoli, strani incroci all’ombra di Palazzo San Giacomo, al punto tale che anche un progetto nato sull’onda dell’entusiasmo finisce per diventare materia di indagine. Siamo allo scorso 18 dicembre quando l’ufficio stampa del Comune ufficializza il progetto, con tanto di manifestazione di interessi. Ieri era prevista la chiusura dei termini del bando, per poi dare inizio ai lavori. Stando alle notizie ufficiali, la statua di Maradona dovrebbe sorgere in piazzale Tecchio, ad attestare l’amore dei napoletani per il calciatore più forte del mondo, scomparso a sessanta anni lo scorso autunno. Non ci sono soldi pubblici in ballo, né il rischio di opacità nella gestione di un monte di finanziamenti. Eppure, la Procura vuole andare a fondo, negli stessi giorni in cui i progetti dovrebbero essere sul tavolo dei membri della commissione. A confronto, esponenti del mondo della cultura, del giornalismo, dello spettacolo, ma anche del diritto sportivo e delle stesse retrovie da stadio. Tante anime per accogliere il progetto vincente, mentre la Procura va a fondo, mandando la digos a Palazzo San Giacomo.
 

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Il Mattino