OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Una pattuglia dei carabinieri della stazione di Marano è stata vista ieri nella tarda mattinata all'esterno della chiesa Maria Santissima della Cintura e della Consolazione. È la chiesetta di Marano che ospita al suo interno - come scoperto ieri dal Mattino - due quadri donati dal boss Lorenzo Nuvoletta ed esposti lì da oltre 40 anni con tanto di targa in omaggio del donatore. É partita l'indagine, mentre la curia, nel ribadire che si occuperà della questione nelle sedi competenti, ha avviato degli approfondimenti.
Due militari, verso le 12 di ieri, sono stati avvistati mentre entravano nella chiesetta di Marano per visionare dal vivo le due opere e, soprattutto, le due targhe. Preso nota della presenza dei due quadri da parte dei militari dell'Arma, l'iter prevede di informare del caso la Procura di Napoli e la Prefettura che nelle prossime ore valuteranno se e come intervenire su una vicenda così delicata anche dal punto di vista procedurale. Sono i primi passi, ma intanto lo Stato, proprio come sta avvenendo per i tanti murales e altarini eretti nei quartieri di Napoli per malviventi e camorristi, non si è girato dall'altra parte facendo finta di non vedere. L'intervento è stato immediato e nel giro di poche ore si è provveduto a censire le due opere. Bisognerà appurare se ci sono margini d'intervento per eliminare, se non i due quadri, almeno le due targhe con scritto «A devozione, Lorenzo Nuvoletta» all'interno della parrocchia.
«Non dobbiamo ergerci a giudici di nessuno, siamo tutti peccatori e dobbiamo pregare anche per coloro che nella vita hanno commesso errori», aveva detto ieri don Salvatore Trionfo, sacerdote della chiesa di Marano che si trova poco distante dalla storica tenuta del clan Nuvoletta.
Morto proprio a Marano nel 1994, Lorenzo Nuvoletta è stato tra i boss più influenti della camorra partenopea con rapporti strettissimi con Cosa nostra e Totò Riina, come più volte testimoniato dal collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo. Angelo, fratello di Lorenzo, è stato ritenuto il mandante dell'omicidio del cronista del Mattino, Giancarlo Siani. Eppure, nonostante tutti sapessero chi fosse quel Lorenzo Nuvoletta che in segno di «devozione» aveva donato alla parrocchia quei due quadri, le due opere sono rimaste esposte con tanto di targa per così tanto tempo. L'ennesimo esempio di come ancora oggi sacro e profano, culto e clan riescano a mischiarsi. A nulla è valso che negli ultimi anni tanto è stato fatto anche da parte della Chiesa per condannare - proprio come avveniva in tante città del Sud con le processioni in omaggio ai boss - questi casi di distorta religiosità. La Vergine e la santa dei miracoli impossibili di certo non possono mischiarsi ad un boss sanguinario.
Leggi l'articolo completo suIl Mattino