«È la massoneria che comanda, che ha la forza di andare avanti e sviluppare la nostra economia. E' ormai documentato attraverso numerose indagini che Cosa...
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massoneria come «quella camera in cui le varie forze condividono progetti. Ci sono la politica, la 'Ndrangheta, Cosa Nostra, professionisti, magistrati, imprenditori. Ci sono tutte le categorie».
«L'economia e la politica - ha aggiunto - si sono incontrate con le mafie in quei salotti ed è lì che hanno dato corpo, che hanno effettivamente costituito quel comitato d'affari che ha poi determinato infiltrazioni negli appalti, acquisizioni di vari settori e l'esclusione di chi si muove nel rispetto delle regole e oggi - ha concluso - ci troviamo di fronte a una situazione in cui dobbiamo stare molto attenti».
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«Rispettiamo il dottor Cafiero De Raho e siamo completamente vicini a lui sul piano della legalità e della lotta alle mafie ed al malaffare, ma crediamo che certe sue dichiarazioni, rilasciate a Napoli, ed in cui attribuisce alla Massoneria addirittura 'un ruolo di comando' definendola altresì 'quella camera in cui le varie forze condividono progetti. Ci sono la politica, la 'Ndrangheta, Cosa Nostra, professionisti, magistrati, imprenditori. È la Massoneria che comanda', risultino particolarmente pesanti e siano andate ben oltre ogni ragionevole limite e dubbio» è la replica di Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia.
«Ci dispiace - ha aggiunto Bisi - che un così alto ed apprezzato magistrato, tra l'altro nella sua delicata funzione di Procuratore nazionale Antimafia, si lasci andare a esternazioni così gravi e generiche. Addirittura si è passati dalla Massoneria infiltrata da forze e comitati di affari con fini illegali a quella che 'comandà queste forze. Il Grande Oriente d'Italia non può accettare che si spari pericolosamente nel mucchio e si scateni l'ennesima ingiusta e inqualificabile caccia al massone».
«Il procuratore nazionale antimafia sa bene che la responsabilità è sempre personale e che questo principio giuridico vale per tutti - ha concluso Bisi -. Ribadiamo la nostra estraneità al quadro da lui descritto e lo esortiamo a evitare facili sentenze mediatiche che possono portare grave danno all'immagine e pericolo per l'incolumità di tanti onesti cittadini liberi muratori». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino