«Napoli, nel mio sogno, sia pure saltellando e sbeffeggiando come Pulcinella, riuscirà a costruire il rispetto di se stessa». Aldo Masullo, classe 1923, da oggi...
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«Dove va Napoli? È questa la domanda che ci dobbiamo porre - sottolinea - Che ne vogliamo fare? Come la immaginiamo? Mi è stato chiesto se ci fosse un cittadino napoletano che mi piace - dice - È Pulcinella, espressione di un popolo che nonostante le bastonate è riuscito sempre a cavarsela, qualche volta rischiando umiliazioni, ma mai la vita».
Masullo si dice emozionato del riconoscimento che rinsalda un legame mai venuto a mancare con Napoli. «Si ricostruisce legame, ma non perché si sia mai interrotto - spiega - ma perché ogni legame non sta, immobile, ma va coltivato. Esige la cura, che è il vivere del legame stesso. E non è tanto un sentimento privato, ma la base della condivisione comune». «La Napoli del 1944 era stata da poco liberata, c'era ancora il sangue nelle strade, non c'erano case sul Rettifilo - conclude - ma io e tutti i ragazzi eravamo allegri perché la tragedia era alle spalle e davanti un futuro da costruire, un mondo nuovo. Ed è questa l'emozione da trasmettere ai giovani». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino