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È lo scrittore del momento. Il più amato per eccellenza, soprattutto dalle donne. Pazze per il suo commissario Riccardi e per tutti gli altri suoi personaggi. Così sembra quasi strano che Maurizio de Giovanni debba annullare la presentazione dell'ultimo libro, a due passi da casa, quasi per ristabilire l'ordine pubblico, fermando una protesta annunciata dopo le divisioni sui social come allo stadio. Il motivo del dissenso è proprio la contrapposizione tra opposte tifoserie, Napoli e Salernitana, scatenata dalla presa di posizione netta in merito agli insulti, il 10 aprile, partiti all'Olimpico e indirizzati ai granata che hanno replicato, manifestando apertamente l'odio contro la città capoluogo. «Ma siete così ossessionati? Le vostre anguste menti hanno così tanto bisogno di qualcuno da odiare? Che piccola, povera gente che siete», il commento inserito online da de Giovanni, che ha postato un articolo sull'episodio.
E giù con le accuse incrociate.
Fino alla decisione di dare forfait comunicata con l'incipit «mi dispiace...». «Per le mie lettrici, e per i miei lettori che ogni volta riempiono gli spazi in cui presento i miei libri.
Il post
Lo scrittore ritiene di essere «coerente» nell'aver ribadito che «che ogni volta che si alzano cori ottusi che augurano catastrofi naturali al mio popolo, che dovrebbe essere invece amato perché fratello, stesso sangue stessa cultura, provo un profondo disgusto. E devo ribadire che tutti quelli che mi minacciano o mi insultano per questo si uniscono implicitamente a quei cori». Quindi, la decisione: «Se non sono gradito, non devo accettare inviti. Per cui grazie, ma non voglio mettere nessuno in difficoltà. Un saluto affettuoso a tutti, ma proprio tutti quelli che amano le mie storie...» Anche questa scelta viene accolta con una valanga di commenti sulla bacheca Facebook e con lettere inviate anche al Mattino, indirizzate al «caro Maurizio».
Gli appelli
«Ti scrivo a nome mio e a nome di molti salernitani. Ti scrivo in qualità di amica e come persona che ogni giorno si sveglia per promuovere cultura e far sì che questa sia strumento di unione. Ti chiedo di non associare Salerno e noi cittadini a un piccolo gruppo di persone che ignora tutto questo, che ignora la bellezza, la fratellanza oltre ogni colore. Non creiamo ulteriori barriere, in particolare in questo momento storico così difficile. Chi si occupa di cultura ha il dovere di unire sempre, anche quando l’istinto campanilistico prende il sopravvento per comprensibile difesa. Chi si occupa di cultura dovrebbe aprire le braccia. Ti aspettiamo», conclude nel messaggio Valeria Saggese, una operatrice culturale. Gli altri messaggi non sono per forza di solidarietà o incitamento, ma anche piccati. E, anche in questo caso, lo stesso De Giovanni scrive, chiosa, spiega. E continua a far discutere.
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