Un appuntamento tra colleghi, al corso Arnaldo Lucci, con un conoscente con funzioni di intermediario. Non una rimpatriata ma un incontro «d'affari»....
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Semplice ed efficace il meccanismo, basato sulla possibilità di rateizzare il pagamento di un'ingente somma relativa alla tassa rifiuti, la famigerata Tari, non pagata. Rateizzo reso possibile soltanto in presenza di una fideiussione bancaria in garanzia. E qui scatta il meccanismo per la mazzetta: «Conosco due funzionari comunali che possono facilitare tutto..., con un “regalino”». E il gioco è fatto. Quale migliore occasione per il contribuente moroso. Ma, non appena vien fatto il “regalino”, ecco apparire dal nulla i carabinieri del nucleo investigativo di Napoli che arrestano in flagranza di corruzione Gennaro Bocchetti, 52 anni; Giovanni Favarolo, 60enne, entrambi dipendenti dell'ufficio tributi del comune di Napoli, e Francesco Starita, intermediario tra la società che doveva pagare il tributo e i dipendenti comunali. I tre sono stati bloccati all'uscita di un bar (del tutto estraneo alla vicenda) adiacente all'ufficio tributi. Le manette sono scattate immediatamente dopo il passaggio di danaro dal contribuente agli impiegati comunali. Per i due dipendenti comunali, arrestati in flagranza l'accusa è «corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio» per aver ricevuto del denaro, ossia la «mazzetta» per facilitare il pagamento a rate di una ingente somma dovuta per due intimazioni di pagamento «tari» relative a tasse sui rifiuti non pagate. La consegna del denaro, pattuito sarebbe servita, nella dinamica del raggiro, per procedere alla rateizzazione anche se non era possibile del debito anche se ciò non sarebbestato possibile per la mancanza della garanzia fideiussoria.
A seguito di perquisizione Favarolo è stato trovato in possesso di 1.400 euro che teneva in tasca e Starita di 1.000 euro, che aveva nascosto nelle mutande. Il denaro è stato sequestrato e gli arrestati sono ai domiciliari.
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Il Mattino