Non ha fatto riferimento al boss Marco Di Lauro (arrestato ieri nella periferia di Napoli, a Chiaiano, pochi chilometri dalla «sua» Secondigliano, ndr) Salvatore...
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Dopo il suo arresto era circolata la voce che fosse stato proprio lui a rivelare il nascondiglio del latitante. Ma Tamburrino, assistito dal suo avvocato Domenico Smarrazzo, ieri in Questura, sottolinea il legale, «ha rilasciato solo una lunga confessione ma circoscritta esclusivamente all'omicidio della moglie».
Dinanzi al pubblico ministero Vergara, Tamburrino ha ricostruito cosa è accaduto nell'abitazione dei suoceri: si è recato da Norina, dalla moglie, per chiederle perdono e per uccidersi. I due si erano lasciati perché lei aveva saputo di una relazione clandestina del marito con un'altra donna. Tamburrino ha spiegato che aveva anche fatto testamento, che aveva acquistato una pistola la mattina e che poi aveva raggiunto Norina. Ha chiesto alla donna di seguirlo in un'altra stanza, perché non voleva uccidersi davanti ai suoceri, ma quando lei ha rifiutato si è consumato il dramma. Agli inquirenti ha detto di avere chiuso gli occhi e poi sparato, tre volte, ma solo per spaventarla. I colpi però hanno ucciso Norina. A questo punto è scappato, verso lo studio dell'avvocato Smarrazzo. Anche lì ci sono stati forti momenti di tensione al culmine dei quali ha minacciato nuovamente di uccidersi. L'avvocato, però, è riuscito a convincerlo a riporre l'arma e a consegnarsi alla giustizia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino